Trenitalia: non solo occhi a forma di dollaro!

“Quelli di Trenitalia hanno gli occhi a forma di dollaro ($)”

 E’ la frase con cui, all’inizio dell’anno, abbiamo conosciuto la prof. Di Storia Dell’Arte, desiderosa di organizzare una gita a Firenze con trasferimento in treno, cosa che non è stata più realizzata proprio a causa dell’elevato costo dei biglietti ferroviari.
La prof. si era però dimenticata di dirci che quelli di Trenitalia sono anche dei cafoni, degli ignoranti, dei megliochemistozitta di prima categoria. E non esagero utilizzando queste parole…ieri mi hanno fatta veramente uscire dai gangheri!

Dopo aver trascorso un weekend a Ladispoli, avevamo in programma di prendere, dalla stazione Ladispoli – Cerveteri, il treno proveniente da Civitavecchia e diretto a Roma Termini delle ore 18.24 (qui dovete immaginarvi quella voce femminile che si sente sempre in stazione, quella voce così calma da farti venire i nervi, quella voce così tranquilla anche quando ti annuncia un ritardo di 65 minuti…).
Esattamente come è successo a noi, in effetti.
Arriviamo in stazione e notiamo sui teleschermi che il treno delle 18.24 è già segnalato con 15 minuti di ritardo. E pazienza, aspetteremo…15 minuti non sono poi tanti. Appena giunti al binario, la maledetta voce di prima annuncia che adesso il treno avrà 20 minuti di ritardo. E non sarà l’ultima volta che l’ascolteremo. Pochi minuti dopo, infatti, la stessa maledettissima voce di prima risuona dagli altoparlanti:

“Attenzione. Annuncio ritardo: il treno regionale vatteloapescailnumero proveniente da Civitavecchia e diretto a Roma Termini delle ore 18.24 arriverà con 25 minuti di ritardo. Ci scusiamo per il disagio.”

Ah, ti scusi per il disagio? Quanto odio questa frase…non potevi risparmiartela???
Insomma, di 5 in 5, arriviamo ad un ritardo di 30, poi 35, poi 40 e poi direttamente (forse la stramaledetta voce calma si è stufata anche lei) a 65 minuti.
E ti scusi per il disagio???
Seduti sul binario come degli sfollati, carichi di bagagli, scottati e spossati dal sole, ci chiediamo cosa fare: aspettare o non aspettare?
Ma mentre siamo immersi nella nostra decisione, una voce diversa da quella precedente, sempre femminile, ma più autoritaria, più decisa, ci informa che il treno vatteloapescailnumero proveniente da Pisa Centrale e diretto a Roma Termini delle 19.04 effettuerà tutte le fermate che di solito non gli competono, quindi anche Roma Aurelia, dove noi siamo diretti.

Ecco!Abbiamo trovato la soluzione!

Ma manco per niente.
Il fatto è che il treno di Pisa ha un piccolo, banale ed insignificante problema. Il piccolo, banale ed insignificante problema è che è pieno zeppo di persone!

Allora che facciamo? Ci proviamo o no?
E proviamoci!Un posticino lo troveremo!
No, non lo troveremo. Non hai idea di come sia questo treno.
Vabbè, tentiamo. Altrimenti non sapremo mai se ci saremmo riusciti oppure no.
Tanto non abbiamo speranze…

Alla fine ci risolviamo ad aspettare.
Mentre viene annunciato che il treno delle 18.24 è stato definitivamente soppresso (ma che gentili, non potevate dircelo un po’ prima???), la nuova voce femminile rallegra i nostri animi informandoci che quello delle 19.04 arriverà con 10 minuti di ritardo.
Pure!
Ma non è finita qui.
Come se fossimo dentro qualche programma serie Candid Camera, ci viene annunciato dagli altoparlanti che il treno non transiterà più al binario 3, bensì al 5.

Ah, perché esiste il binario 5?
Certo, è quello tutto pieno di erbacce e non asfaltato.

Wow.
Centinaia di persone, noi compresi, si spostano in massa sul binario 5, attraversando il 4, dove solitamente non passano treni. Qualcuno, interdetto, rimane sul 3 (forse sono proprio convinti di essere su Scherzi A Parte!).
Quando il treno arriva al binario (sì, al 5, non al 3) sono passati 20 minuti e non 10 come annunciato. Nel momento in cui si aprono le porte, i miei occhi scorgono delle porzioni di pelle che, rimaste schiacciate all’interno delle porte stesse, iniziano piano piano a dilatarsi. Che spettacolo orribile! Le persone sono ammucchiate le une sulle altre, quasi spalmate sui finestrini. Non abbiamo alcuna possibilità di entrare. Sebbene siamo i primi della fila per la salita al treno, non riusciamo a metterci piede sopra e, nonostante i tragitto da compiere sia breve, non ce la sentiamo di viaggiare in quelle condizioni. Sembra di avere davanti un treno del terzo mondo, dove le norme di igiene, salute e sicurezza non sono ancora state apprese.
Ci allontaniamo dalle porte, venendo voracemente sorpassati da altre persone, e diamo un’occhiata al treno da lontano. I corridoi all’interno delle carrozze, dove ci sono i posti a sedere, sembrano vuoti. Invitiamo così i viaggiatori del treno a scorrere, ad entrare negli scompartimenti, vi prego sono tutti liberi, per favore, così qualcuno riesce a salire. Ci fanno segno che no, non sono vuoti, c’è gente seduta.

Che cosa??? C’è gente seduta per i corridoi? E magari stanno pure facendo una partita a carte, no?!?!

Sono senza parole. Ma perché non arriva qualcuno a riportare un po’ d’ordine???
La gente è disperata: chi urla, chi fa il resoconto della situazione al telefono, chi blocca le porte del treno perché ha, evidentemente, urgenza di entrare, chi registra filmati. Sarebbe da inviare a Striscia, sul serio!

E’ già tardi e, avendo la possibilità di andare in macchina, optiamo per questa alternativa, fino ad ora scartata, a causa della consapevolezza della tragica situazione del traffico su Aurelia ed Autostrada. A questo punto, però, non abbiamo molta scelta.
Ma prima di incamminarci in automobile, ci rechiamo in biglietteria e chiediamo di poter avere un rimborso – o qualcosa di simile – per i biglietti timbrati e non utilizzati.

“Il rimborso non è possibile” ci spiega l’impiegato, dalla faccia innocente ed ignara del putiferio che si sta scatenando sul binario 5 “ma posso annullare la timbratura.”

Perfetto. Va bene lo stesso.

Con il timbro Trenitalia e la dicitura “Errata timbratura” i biglietti sono utilizzabili per la prossima volta.

Mmmmmm…
Dopo l’avventura di ieri, non sono sicura che ci sarà una prossima volta! 

 

 

0 risposte a “Trenitalia: non solo occhi a forma di dollaro!”

  1. Le disfunzioni ci sono e ci saranno sempre. Purtroppo.
    A me annullarono l’InterCity diretto verso la mia città. Ero a 500 Km di distanza da casa,in una stazione secondaria,ed ho dovuto cambiare treno,biglietto e binario all’ultimo pur di tornare.
    Comunque,viaggiare in treno rimane sempre l’esperienza più tranquilla per me. 😀

    1. A parte i prezzi assurdi dei biglietti per gli Eurostar, il treno è molto comodo per viaggiare, concordo. Lo uso spesso anche io, sebbene per brevi tratti e, come dicevo, non ho mai vissuto una situazione simile. Certo, magari c’era il ritardo di 20 minuti, ma mai di più! E mai mi era capitato che sopprimessero un treno!
      Non so cosa avrei fatto se mi fossi trovata nella tua situazione…ho difficoltà a tenere i nervi saldi! 😉

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