Diario di viaggio: Praga

Eccomi di ritorno.
Vi avevo preannunciato che sarebbe stata un’assenza breve. Già, breve ma fruttuosa. In tre giorni siamo riusciti a visitare quello che di più interessante c’è a Praga, abbiamo più o meno rispettato il programma che ci eravamo proposti di osservare ed i consigli dei siti internet della serie “cosa vedere in tre giorni a Praga”.
Come mio solito, ho preparato un video delle foto più belle del viaggio e ho deciso di inserirlo nell’intervento. L’ho realizzato più che altro per me, per la mia passione per le foto e la mia instacabile voglia di ripercorrere una vacanza attraverso le immagini.
Questa volta, però, anche parole saranno un ottimo strumento per ricordarmi del viaggio e per farlo immaginare (almeno ci provo!) anche a voi.

PRIMO GIORNO, Domenica.

Atterriamo a Praga nel tardo pomeriggio e con un’ora di ritardo, ma dopo una “traversata dei cieli” piuttosto indolore.
Per raggiungere il nostro albergo, che scopriremo poi essere in pieno centro (certo, l’abbiamo scelto apposta da quelle parti, ma non pensavamo assolutamente che fosse in centro così “pieno”), prendiamo l’autobus fino al suo capolinea e subito dopo una delle tre linee metropolitane della città per poche fermate. Scendiamo a Stare Mesto, ovvero città vecchia, e ci diamo da fare per scovare l’albergo in un marasma di locali, negozi, pub, birrerie e ristoranti. Alla fine lo troviamo e ci rendiamo conto di essere capitati in una delle zone più turistiche, dunque caotiche, di Praga – particolare che si rivelerà di grande importanza  la prima notte, durante la quale, personalmente, non riesco a chiudere occhio, causa cori di ubriachi fradici che affollano la strada alle due del mattino e ci rimangono fino alle sei.

Le famose "ciambelle alla cannella": Trdelnìk

A parte questo insignificante dettaglio, conveniamo all’unanimità che la posizione dell’hotel è assolutamente ottimale: meglio qui che a un kilometro dal centro. Il nostro alloggio si trova, infatti, esattamente a metà strada tra la Piazza Della Città Vecchia e Ponte Carlo, forse il luogo più famoso di tutta Praga. E’ qui che trascorriamo la serata, dopo aver assistito al puntuale e rinomato rituale dell’orologio astronomico: ogni ora, il carillon montato all’interno della torre dell’orologio si muove, dando vita ad una processione dei dodici apostoli, che sfilano davanti a due finestrelle, e consentendo così al gallo di cantare l’inizio della nuova ora.
In piazza mangiamo dell’ottimo e tipico prosciutto di Praga (non proprio ottimo in fatto di prezzo…), hot dog, buonissime patatine fritte di questo genere (il link è sulla parola “genere”) e ciambelle alla cannella (così particolari che replichiamo anche le sere successive).
Una passeggiata lungo Ponte Carlo di notte – veramente meritevole – ed infine tutti a nanna in albergo!

SECONDO GIORNO, Lunedì.

Dopo una colazione a base di (indovinate un po?) cornetti alla cannella, ci dirigiamo verso il Parco Petrin, situato su una collina dominante la città e quindi consigliato per godere di una panoramica vista su Praga.
Il parco ospita un’imitazione (in piccolo) della Torre Eiffel parigina, un “bludiste” (labirinto degli specchi), un curato e profumatissimo giardino delle rose ed infine il Monumento alle Vittime del Comunismo dello scultore ceco Olbram Zoubek.
Alle 13.30 dobbiamo trovarci a Piazza San Venceslao per incontrare Alberto, guida italiana che vive ormai da vent’anni a Praga ed ha svilluppato, sin dalla prima volta che la vide, un profondo attaccamento alla città.
Alberto ci conduce tra i vicoli del quartiere Mala Strana, il quartiere piccolo (anche se, letteralmente, come egli stesso tiene a precisare, sarebbe “lato piccolo”. Aaah, per chiunque volesse cimentarsi nello studio della lingua ceca, vi basti sapere che una parola di undici lettere potrebbe contenere due vocali e cinque accenti e che “arrivederci” è uno dei termini più lunghi e difficili da ricordare…), mostrandoci luoghi che probabilmente da soli non avremmo mai preso in considerazione. Entriamo così dentro cortili dei palazzi, scopriamo giardini pensili nascosti, ci arrampichiamo lungo scalinate per poi trovarci davanti una spettacolare vista dei tetti, delle torri e dei campanili di Praga.
Al termine della visita guidata, indugiamo ancora un pò nella Piazza Della Città Vecchia e decidiamo di salire sulla Torre Dell’Orologio per concludere in bellezza la “giornata delle vedute panoramiche”.
Ah, dimenticavo… Ceniamo in un ristorante non molto lontano dalla Cattedrale di Tynn con piatti prevalentemente di maiale e passeggiamo lungo Ponte Carlo degustando uno squisito gelato Haägen Dazs.

TERZO GIORNO, Martedì.

La nostra destinazione è il Castello Di Praga, al quale decidiamo di giungere servendoci di un tram che, in realtà, ci lascia un poco più su, all’altezza del Monastero Di Strahov. Qui visitiamo le favolose biblioteche, pagando persino un supplemento per ottenere il permesso di scattare foto, ed ammiriamo l’imponenza della struttura dall’esterno.
Scendiamo a piedi verso il castello, fermandoci un poco dinnanzi il Santuario Di Loreto e deviando per una terrazza panoramica. Finalmente arriviamo e siamo fortunati che non sono ancora le 12: a quest’ora, infatti, avrà  luogo il cambio della guardia accompagnato da una fanfara.
Dopo aver assistito alla cerimonia, entriamo all’interno del castello (oggi, come in passato, palazzo governativo e dimora del Presidente della Repubblica Ceca), visitiamo la gotica e stupenda Cattedrale Di San Vito, facciamo un giro per i cortili della fortezza ed infine scendiamo la scalinata che conduce a Mala Strana, dove pranziamo in una birreria tipica ceca.
Il pomeriggio è dedicato a Josefov, il Quartiere Ebraico, un museo a cielo aperto che comprende diverse sinagoghe, di cui la più spettacolare è quella spagnola, e lo spettrale ma suggestivo cimitero, attivo fino al 1798. Durante la visita al quartiere, adocchiamo una birreria molto caratteristica e la scegliamo come meta della nostra cena e degna conclusione della faticosa giornata.

QUARTO GIORNO, Mercoledì.

Lasciamo i bagagli in hotel e dedichiamo l’ultimo giorno ai “luoghi mancanti”.
Entriamo nella Chiesa Di San Nicola e nella Chiesa Di Santa Maria Di Tynn, edifici che circondano la Piazza Della Città Vecchia, e ci spingiamo poi verso la Torre Delle Polveri, antica porta della città.

Chiesa di Santa Maria Di Tynn

Anche lo shopping non può mancare: è la giornata “dei luoghi e delle attività mancanti”, dopotutto! Ci rechiamo dunque a Piazza San Venceslao, dove si innalzano imponenti palazzi di cinque piani con le enormi insegne di Bata, H&M, New Yorker e dove si incontrano ben tre Star Bucks!
Ecco, spero di avervi dato l’idea della grandezza e dell’esasperato consumismo del luogo e mi sembra superfluo aggiungere che, tra la piazza (lunga 600m, ma pur sempre una piazza!) e le vie limitrofe, si può mangiare in due Mcdonald’s, tre KFC, un Burger King e centinaia di chioschi di hot dog, patatine fritte, cotolette, sandwich e panini ultraimbottiti.
Da bravi e salutari italiani, piuttosto che gli americani fast food, scegliamo di pranzare in una ex fabbrica di birra sotterranea, dove ci vengono serviti gulasch, lombata di manzo, spiedini di pollo al miele e le classiche, solite e ormai insopportabili patate (non è che non mi piacciano – anzi, devo dire che non erano affatto male! – ma sono tre giorni che, o come frittelle, o come french fries, o al forno, o lesse, o al formaggio, mangio sempre patate!).
Ultimi acquisti, ultimi souvenir, ultima ciambella alla cannella nel centro della Piazza Della Città Vecchia e ultima passeggiata lungo Ponte Carlo
Poi aeroporto, check -in, volo di ritorno, Fiumicino, macchina, casa.

 

Sono stati senza dubbio tre giorni intensi, tre giorni pieni, stancanti e sudati da parte di tutti. Le nostre gambe hanno più volte lanciato grida lamentose, i nostri piedi hanno spesso urlato vendetta, ma non ci siamo arresi. Le vedute di cui i nostri occhi potevano godere compensavano il dolore e la stanchezza, ripagavano tutti gli sforzi e tutta la fatica, rendevano ogni giorno più bello che mai, lasciandoci con la speranza di poterle ammirare di nuovo e con la nostalgia di abbandonarle così presto. 

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0 risposte a “Diario di viaggio: Praga”

  1. Perbacco, racconto conciso ma pur ben dettagliato… E brava la mia reporter!!!! Ma la mitica Pilsner meritava almeno di essere nominata, no?
    Baci baci baci …….
    Marco

  2. Che bel viaggio hai fatto! Le foto sono bellissime e dalle tue parole si capisce proprio che lo hai assaporato. Ma le ciambelle alla cannella erano chilometriche? Sembrano lunghissime! (chissà come mai sono particolarmente attratta dal cibo, più che dal resto)
    Per quanto riguarda i Dire Straits, chapeau!

    1. Verissimo, me lo sono proprio goduto! E mi fa piacere che dalle mie parole questo si capisca.
      Ahahah in effetti sempre di cibo alla fine parliamo!;) Comunque possono sembrare lunghe, ma in realtà sono separate tra loro, cosicchè una “ciambella” (come la chiamo io, perchè non hanno proprio la classica forme di ciambelle) ha più o meno questo aspetto:

      Già, grandi i Dire Straits!

        1. Non sarebbe stato male…ahahah, mi hai fatto troppo ridere! 😆
          Chissà se a Homer sarebbero piaciute queste “ciambelle”: non erano come le donuts americane, ma avevano un sapore molto diverso, forse anche migliore! 😉

  3. Un bel racconto e foto stupende. Brava!

    Anche mio figlio piccolo è andato a Praga in vacanza ma non ha fotografato tutti quei bei posti e nemmeno mi ha raccontato tante cose belle … chissà che avrà fatto per ben cinque giorni!

    Non mi ha neanche parlato di quelle ciambelle, ma qui in famiglia tutti odiano la cannella, a parte la sottoscritta, naturalmente. IO sarei impazzita per le ciambelle. 😉

    1. Ti ringrazio! Ho voluto fare le cose al completo questa volta: foto e racconto!

      Cinque giorni a Praga sono infatti abbastanza e credo che sicuramente avrà visto molto di più di quello che noi siamo riusciti a visitare in tre giorni effettivi.

      Aaaaah le ciambelle erano qualcosa di squisito! Neanche io vado matta per la cannella, però su queste ciambelle era divina! Mi dispiace che qui in Italia non si trovino… 🙁

  4. A Praga ci so stata 4 anni fa e non mi è piaciuta per niente.. sarà che pioveva e non ho potuto girare molto.
    Sta di fatto ch dopo aver letto i tuoi post mi è venuta una gran voglia di darle una seconda possibilità! 😀

  5. Ho letto solo ora, per motivi di tempo. Me lo volevo leggere con calma insomma, anche perchè Praga è una città che vorrei visitare prossimamente! 😉 In ogni caso bellissime foto.
    PS_Adoro la cannella e le patate. Ciò aumenta la mia voglia di andarci. xD

    1. Grazie di aver letto l’articolo, nonostante sia passato un pò di tempo dalla data della sua pubblicazione…mi ha fatto piacere scoprire che non te ne eri dimenticata! 🙂
      Per le immagini, il merito va al fotografo di famiglia, sebbene anch’io, talvolta, dia il mio contributo.
      Per la cannella e la patate…beh, lì sono quasi le uniche cose che mangiano! xD

  6. a Praga prima o poi dovrò andarci
    bel resoconto e belle foto (la biblioteca sembra davvero splendida)

    ti lascio una visione alternativa di Praga “cantata” dagli offlaga dico pax
    http://www.youtube.com/watch?v=Zb2ROaCsK08

    comunque sì, vivo in Belgio
    e quando farai la valle del reno in bicicletta ti consiglio di proseguire anche nella valle della mosella (si incontrano a Coblenza), che forse è anche meglio (ne farò un post appena ho un po’ di tempo per buttar giù due parole)

    1. “Cerco le tracce dell’immobilismo del regime, ma vedo solo le ferite della modernità occidentale. E nessuna testimonianza degli orrori, degli orrori, e delle ingenuità marxiste si esprime ai miei occhi”
      E’ vero. Ormai è diventata una città “straturistica”, piena di negozi, locali, ristoranti con i camerieri che ti afferrano per strada mentre cammini. Alcuni luoghi sembrano creati appositamente per essere visitati dai turisti, sono sfruttati secondo un’ottica commerciale, con il solo scopo di far soldi. Questo si nota, si respira, e disturba un pò, soprattutto chi, come il mio compagno di viaggio, ricorda la Praga di trent’anni fa, sotto il comunismo, e la vede come una città completamente diversa al giorno d’oggi.

      Attendo con trepidazione il post su Coblenza, città che ho studiato sui libri di scuola ma che voglio conoscere meglio attraverso le parole di chi l’ha visitata di persona.

      P.S. Molto particolare la canzone, ti ringrazio di averla “postata”. 🙂

  7. Veramente vero, bella descrizione di una bellissima città che si concentra in poco ma che riempe molto; sia per la sua architettura, per i suoi abitanti, poi poco alla volta tornati dalla vacanza si ha un quadro bene completo dei luoghi che ripensandoci riempiono di emozioni, di ricordi. 😉 buona domenica vero!!

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