Terraferma [Emanuele Crialese]

La prima panoramica della terraferma arriva dopo la metà abbondante del film. Prima e dopo, solo mare. Tutto il resto, mare.
Mare che non solo significa letteralmente “massa d’acqua salata che ricopre gran parte della superficie terrestre”, ma assume diverse connotazioni. Tre sono quelle principalmente trattate dal film.

Mare come  fonte di sopravvivenza per una famiglia di pescatori, caduti in disgrazia dopo la morte di un componente del nucleo familiare. Mare come fonte di reddito, grazie all’arrivo di masse di turisti che durante i mesi estivi affollano l’isola (presumibilmente Lampedusa). Mare come fonte di salvezza e di speranza per tutti quei barconi di immigrati clandestini che agognano la terraferma.

L’immigrazione è certamente la tematica centrale del film, intrecciata, comunque, a diverse altre. Tematica che viene presentata con lucidità e realismo, senza scadere mai nella banalità e ricorrere a cose già viste o sentite. La rappresentazione del quotidiano è quanto mai veritiera, talvolta cruda ma quanto mai efficace. E’ la gente comune la protagonista. Talmente comune da rendere facilmente possibile identificarsi in loro o ricordare esprienze realmente accadute e a noi più o meno vicine.
Dell’assenza di banalità parlavo. A questo proposito, mi è rimasta impressa una domanda, posta nel corso di una discussione tra i paesani, i quali ingenuamente s’interrogavano se fosse più giusto seguire i propri costumi e le proprie tradizioni, disattendo così alle leggi dello Stato, o comportarsi da bravi cittadini seguaci della legge, ma da barbari esseri umani.
La legge recita infatti: “Non raccogliete la gente moribonda in mare, ma andantevene, tenevetene alla larga, fate finta di niente, scacciate coloro che si avvicinano speranzosi alla vostra imbarcazione. Solo più tardi, una volta a riparo nelle vostre case, avvertite la guardia costiera che si occuperà di ricondurre i poveri naufraghi al luogo dal quale provengono.”
La morale, a mio avviso, suggerisce tutt’altro. E lo stesso fanno le “leggi” dell’isola, secondo le quali una persona in cerca di aiuto debba essere semplicemente soccorsa.
Il diritto insegna che ogni provvedimento legislativo ha una maggiore importanza rispetto ad usi e consuetidini locali: ma tale lezione risulta valida anche quando le imposizioni legislative sono così disumane?
In ogni caso, la domanda in questione è:
“Così io devo lasciar morire delle persone per evitare la brutta pubblicità?”
La brutta pubblicità sarebbe, secondo Beppe Fiorello (interprete assai talentuoso, ma tra i meno valenti nel film), una condanna per l’isola e per i suoi abitanti, i quali non possono più vivere di sola pesca ma hanno bisogno di trovare, o inventarsi, un nuovo lavoro. Ed il turismo è proprio il campo in cui investire. Lo sa bene, lui, che gestisce uno stabilimento balneare e soddisfa le più classiche richieste dei turisti, portandoli a fare il giro dell’isola in barca, organizzando loro il gioco aperitivo, coinvolgendoli con i balli di gruppo. Sì, perchè questo è ciò che i turisti cercano, ciò che essi vogliono dalla loro vacanza.
Ecco dunque delinearsi un altro motivo caratterizzante il film. Il turismo di massa, completamente disinteressanto alla scoperta del luogo di villeggiatura, alle sue tradizioni, alla sua atmosfera ed il suo sapore. Un turismo proficuo, sì, redditizio, certo, ma inevitabilmente deleterio per la gente del posto, che si vede deturpare il proprio ambiente dalla superficialità dei suoi sfruttatori.

Ci vedo molto de “I Malavoglia” in questo film. Come la famiglia di padron ‘Ntoni, anche la protagonista della pellicola possiede una barca con la quale esce tutti i giorni a pescare. Alla stregua della famiglia di Verga, anche questa deve sopportare un lutto e precipita, di conseguenza, in disastrose condizioni economiche. Cerca così di intraprendere una nuova attività, quella di affittacamere durante i mesi estivi (non avendone, tuttavia, la vera possibilità, poichè significherà per loro ridursi a vivere nel garage limitrofo). Il vecchio pescatore è padron ‘Ntoni, restio a vendere la sua barca e palesemente infastidito dalla modernità e dal progresso (parola magica per Verga). Il figlio/gestore dello stabilimento è il giovane ‘Ntoni, proiettato verso il futuro, imprenditore senza scrupoli ed utilitarista. E poi c’è la Sicilia, teatro di entrambe la storie, quella letteraria e quella cinematografica.

Infine, permettetemi un’ultima nota sull’interpretazione. Finalmente attori, come commentava l’amica May durante l’intervallo, che non fingono di recitare. Genuini, sinceri, davanti alla macchina da presa si comportano come probabilmente farebbero nella realtà. Volti segnati e consumati, ma per fortuna! Al diavolo quei visi finti ed artificialmente truccati.

Concluso il film, il primo pensiero che mi è balenato in testa è stato: lo rivedrei daccapo.

22 risposte a “Terraferma [Emanuele Crialese]”

  1. Verga…sono giorni che mi rendo conto più del solito che ci diciamo fuori dal passato ingiusto, schiavista, gonfio di pregiudizi e poi…appena posso compro il Dvd! 😉

  2. Cara Scrutatrice Di Universi,
    mi convinco sempre più che il tuo blog è stata una piacevolissima scoperta! 🙂
    Questo film l’ho visto anch’io, con la scuola, nell’ambito del progetto del Giffoni Film Festival (a cui, quest’anno, proverò a partecipare ergo incrocia le dita per me! :D) ed è stato davvero fantastico, bellissimo. Mi ritrovo con tutte le tue affermazioni anche se il finale mi ha lasciata un po’ interdetta. Non vorrei dilungarmi troppo nel commento anche per non svelare parti del film a chi come karina890 deve e vuole ancora vederlo!

    Un saluto affettuoso! 😀

    1. Ma ti ringrazio Lauretta! E’ ogni volta un gran piacere leggere apprezzamenti per ciò che si scrive.
      Ho visto anche io il film con la scuola, ma non saprei dirti se si trattava dello stesso progetto. M’è piaciuto molto – inutile ribadirlo – e davvero avrei potuto vederlo per la seconda volta lo stesso giorno. Sono sicura che un’ulteriore visione mi avrebbe permesso di cogliere aspetti che mi erano sfuggiti.

      Io incrocio le dita, ma non ho ben capito in funziona di cosa! 😉 Hai girato, che so, un corto per caso?

      1. Eheheh, non ho girato un corto magari ne fossi capace! 🙂
        Conosci il Giffoni Film Festival? (in ogni caso questo è il sito: http://www.giffonifilmfestival.it/) è un festival cinematografico indirizzato ai ragazzi e si svolge a Giffoni Valle Piana (provincia di Napoli…o comunque in Campania! :D), ogni anno vengono invitate tante star del cinema italiano e internazionale! E le scuole possono partecipare con i cinema della loro zona per far andare un loro studente meritevole (sempre nella zona..) a far parte della giuria! Per farlo oltre al cinema convenzionato si producono le recensioni dei 3 film visti durante l’anno in collaborazione con il Festival e si sostiene un piccolo provino, con domande inerenti al film e qualcuna in inglese (sempre per la presenza di star internazionali..). Spero di essere stata esaustiva! 😀

        1. Esaustiva? Mi sa che è poco. Ahahaha 😉
          Il Festival lo avevo sentito nominare, ma non lo conoscevo così nei dettagli. Mi rasserena sapere che nella mia scuola non c’è la benchè minima idea di aderire al progetto -____-
          Ma tu credi si possa partecipare anche singolarmente? Senza essere per forza vincolati dalla scuola, intendo. Comunque vado a dare un’occhiata al sito, ti ringrazio!
          E spero per te che possa partecipare. Incrocio le dita più forte! Hai un po’ di colla? 😉

          1. Non so se si possa partecipare singolarmente a dire il vero… però sicuramente anche non partecipando puoi andare comunque al Festival! 😉 E’ strano che non partecipiate perchè abbiamo visto lo stesso film e per vederlo dovreste andare con uno scopo! Forse non ve ne hanno parlato! Comunque da quel che so io ci dovrebbe essere prima una selezione nella scuola tramite il professore per decidere chi mandare al provino! Ah..attenta alla data di nascita..a una mia compagna è capitato di preparare tutto e poi scoprire che non era nei “canoni” di età! 😀

  3. Ma che bella recensione! Be’, che dire? Complimenti, cara Veronica. Hai davvero un talento, nemmeno troppo nascosto. Prevedi di sfruttarlo per una futura professione? Pensaci, anche se so che nell’ambito della critica cinematografica gli sbocchi sono pochi e appannaggio dei soliti noti e nemmeno bravi e sensibili come tu dimostri di essere.

    Un abbraccio

    1. Ti ringrazio Marisa. Un sorriso enorme è sbocciato sul mio volto alla lettura delle tue parole. 😀
      Sarebbe davvero fantastico poter entrare nel campo della critica cinematografica. Direi che potrebbe essere considerato uno dei miei sogni, vista l’immensa passione che nutro per il cinema. Però, mi chiedo, quale tipo di percorso intraprendere per giungere ad esercitare una professione simile? Lo so, sto sempre a pensare all’università… 🙁

      Un abbraccio a te.

    1. Ehi ehi, quanti “bravissima”! 🙂 Non sapete come e quanto mi facciano piacere i vostri complimenti o semplicemente come e quanto sia felice nel leggere ogni volta i vostri commenti. Grazie a tutti, di vero cuore.
      Ed in quanto ad un futuro come giornalista cinematografica…beh, che dire, sarebbe il massimo per me. Unirei le mie due più grandi passioni, la scrittura ed il cinema, le parole e le immagini (sì, anche la fotografia rientra tra i miei interessi). E sarebbe meraviglioso.

  4. @Lauretta
    In effetti è strano che non ne abbia sentito parlare a scuola…prometto che mi informerò! Grazie per le info e starò attenta alla questione “età”. Ovviamente fammi sapere se sarai scelta. 😀
    Un abbraccio.

    1. Farti sapere? Se vengo scelta – minimo minimo – faccio una festa con quei 20- 30.000 invitati 😀 aahahahahah 😀

      1. Ahaha spero di rientrare in quelle cifre! Comunque non sono riuscita a trovare un granchè sul sito…o meglio, niente che riguardasse la questione delle partecipazioni “individuali”.

          1. Onorata. 😀
            Oggi non ne ho avuto modo, ma la settimana prossima vedrò di informarmi.
            Aaaaah, so che qualche classe andrà lunedì al cinema per la visione di “Scialla”. Che tu sappia è un film che rientra nel progetto?

  5. Scrutatrice, io a vedere l’ultimo film per il Giffoni ci vado il 18 Febbraio ed è Passannante ma dato che è un film strettamente collegato alla mia terra, la Lucania (perché si parla del lucano Giovanni Passannante che attentò alla vita del re d’Italia.) non so se vale quel film per tutta l’Italia! 🙂

    P.s. Di Scialla non so nulla.. ma se non vivi in Lucania probabilmente sarà quello il 3 film 🙂

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