Venuto al mondo [Sergio Castellitto]

Prima di iniziare il post vorrei sapere se qualcuno di voi è a conoscenza dei criteri e delle modalità per le quali un film viene ammesso o meno in un concorso o festival cinematografico.
No, perchè dopo aver visto due film a distanza di poco più di una settimana, il primo in concorso ed il secondo no, il primo aberrante ed il secondo di qualità, il primo pessimo ed il secondo splendido, beh, non so darmi una risposta.
Ma vi risparmio i commenti relativi alla prima esperienza poichè consisterebbero in una serie di critiche, sproloqui ed attacchi nei confronti di una pellicola che, a benvedere, non solo io ho trovato uno spettacolo scandaloso. Chi avrà un minimo seguito il Festival del Cinema di Roma, avrà anche sicuramente udito le polemiche circolate intorno a Paolo Franchi e al suo E la chiamano estate, film per il quale, tra l’altro, Isabella Ferrari, con una interpretazione da ebete dalla testa ai piedi (o meglio, dal bacino in giù, visto che le riprese si concentravano soprattutto su quella parte del corpo), ha vinto il premio di miglior attrice protagonista. Che poi c’erano altri protagonisti oltre ai centrali organi genitali maschili e femminili? Vabbè, lasciamo stare…
Veniamo al mondo con il participio passato (okay, pessimo gioco di parole. Chiedo perdono in anticipo).

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La trama è basata sul celebre romanzo di Margaret Mazzantini ed è stata trasposta sullo schermo dal marito di lei, Sergio Castellitto, il quale interpreta anche una piccola parte nel film. Si tratta della storia di Gemma che, durante un viaggio (non “un viaggio” compiuto casualmente però) a Sarajevo, ci riporta indietro nel tempo, attraverso memorie di guerra e di amore, di momenti spensierati e di rivelazioni frustranti, di liete giornate e di dure esperienze.
Il materiale narrativo è tanto, complesso ed articolato, ma viene abilmente sviluppato in modo chiaro e coerente, senza mai indurre in confusione lo spettatore. Al contrario, lo si coinvolge dall’inizio alla fine. Merito forse delle incredibili inquadrature dal taglio d’autore che stregano e lasciano senza fiato. Oltre a diverse riprese nel corso del film, basti citare la prima ripresa (corrispondente, peraltro, all’ultima) che rivela la grande attenzione riservata da Castellitto alla fotografia, uno dei punti di forza della pellicola.
Sì, perché, a mio parere, ce ne sono moltissimi. A cominciare dall’interpretazione degli attori (tra i quali permettetemi di citare l’attore protagonista di Into The Wild, Emilie Hirsh, qui compagno di un’ottima Penelope Cruz) esaltata dal frequente ricorso ai primi piani, dalla ricorrente ricerca del dettaglio.
In secondo luogo, la decisione registica di sviluppare il racconto lungo due assi temporali distinti, non sincronici, ma in un certo senso legati dal punto di vista spaziale: è proprio dalle macerie del presente, cioè, che ci si ricorda delle granate che le hanno un tempo provocate; il passato viene così evocato nei luoghi in cui il presente è vissuto e dove scorre avanti, diventando a breve anche lui passato, anche lui storia.
La colonna sonora è anch’essa meritevole ed accompagna scene che sembrerebbero insignificanti, vuote, senza un sottofondo musicale. Tant’è che questo diventa parte integrante della sequenza, acquista una centralità che lo spettatore non può non cogliere.

Questo e molto altro rendono Venuto al mondo un film assolutamente da vedere e provano come il cinema italiano non sia solo capace del comico volgare o comunque di bassa lega, bensì in grado di produrre materiale di discreta qualità che nulla ha da togliere a film stranieri dello stesso genere. Una bella dimostrazione di valore italiano. Complimenti a Castellitto!

9 risposte a “Venuto al mondo [Sergio Castellitto]”

  1. Io non amo molto la premiata ditta Mazzantini – Castellitto (qui, poi, recita anche il figlio dei due … e dopo si parla dei baroni universitari!), ho amato “Non ti muovere”, sia il libro sia il film, ma già l’ultima Mazzantini mi ha nauseata. Non ho letto “Venuto al mondo”, perché avevo letto pessime recensioni, però avevo dato all’autrice un’altra chance, leggendo “Nessuno si salva da solo”. Pessimo.
    Non andrò a vedere il film perché una mia amica, amante del cinema, mi ha detto che è inquietante ed io preferisco piuttosto vedere delle scemenze in tv piuttosto che un film che mette ansia. Ma questo è un mio limite, lo ammetto.

    Quanto alla Ferrari, credo che alla sua età sarebbe meglio coprirsi … non ho visto né vedrò “E la chiamano estate” ma ricordo che anche ai tempi di “Caos calmo” era stata criticata per la generosità con cui si era concessa nella famosa scena di sesso, piuttosto lunga, secondo alcuni al limite del porno. A me quel film è piaciuto, certamente più per merito di Moretti che della Ferrari, anche perché la trama era molto profonda.

    Questo è il mio parere, senza la pretesa che sia condiviso. Il cinema come le letture (e aggiungerei anche i profumi!) dipendono molto dal gusto personale.

    Grazie per la bella recensione, Veronica.
    Buona domenica

    1. Le cose fatte in “famiglia” non piacciono molto neanche a me, a meno che non si tratti di un agriturismo o un ristorante, in cui la conduzione familiare mi è sempre sembrata garanzia di buona qualità! Comunque… Devo dire che secondo me Castellitto ha fatto un ottimo lavoro in questo caso. Però sottolineo di non aver letto il romanzo da cui il film è tratto, nonostante abbia ricevuto da parte di amici commenti molto positivi sul suo conto. Che poi questo film sia inquietante, bah, non direi. È sicuramente toccante ed in certi momenti sfiora anche il crudo, però la definizione di inquietante non la ritengo appropriata. A me è piaciuto molto, forse anche perché mi mancava parecchio il cinema (ho nettamente ridotto il numero di film che guardo per cause di forza maggiore, ergo UNIVERSITÀ).

      Caos calmo è un film che volevo vedere e molto probabilmente lo farò, visto che non sono una bacchettona che non tollera la visione di una scena di sesso. Se tale scena ha un senso, se è integrata nel tessuto narrativo, se ha una funzione, un valore è assolutamente ben accetta. Ma quando diventa solo un pretesto per mostrare corpo nudi che si strusciano ripetutamente e sistematicamente, all’interno di un film privo di trama ma fatto solo da queste sequenze di immagini… Beh, mi vengono dei dubbi circa la necessità di girare tale scene. Ma sta di fatto che la Ferrari deve esser stata gradita da qualcuno (da chi non so, visto che la critica gliene ha dette di tutte i colori). Vabbè, dimentichiamo certi spettacoli che è meglio…

      Ti auguro una buona domenica Marisa.
      Un abbraccio

      Scrutatrice

  2. E complimenti a te per quest’analisi attenta e ben articolata. A me è stato detto che il film è molto bello ed è coerente col romanzo della Mazzantini (mi è stato consigliato di leggere il libro e poi vedere il film). Non ho ancora avuto modo di valutare né l’uno, né l’altro; sicuramente la tua recensione m’invoglia ad andare a vedere “Venuto al mondo”. Certamente quello con la Ferrari non m’attira.

    1. Ah bene, lieta di corrispondere a ciò che di dice in giro! Quando un film è di qualità, questa risulta chiara ed evidente a tutti. Non si può negarla.
      Ripeto, il libro non l’ho letto, ma si che viene molto fedelmente seguito dal film. Ora non penso, comunque, di mettermi a leggerlo dopo aver visto la sua trasposizione cinematografica. Di solito faccio il contrario.
      La Ferrari può essere lasciata dov’è, non merita attenzione nel suo ultimo film.

  3. Finalmente un film che ho visto! 😀 E che mi ha lasciata estasiata.. crudo, molto crudo ma al contempo così dolce.. in certi punti.. bellissimo.. sono stata male per 3 giorni dopo la sua fine.. eheheheh 😉

    1. È vero, è rimasto molto impresso anche a me, certe immagini mi hanno accompagnato per giorni ed ho continuato a rifletterci a lungo.
      Un buon equilibrio tra crudo realismo e profondi sentimenti devo dire. È per questo che lo considero ben fatto. Se avesse conferito maggior spazio ad un aspetto piuttosto che ad un altro probabilmente non ne sarei rimasta così entusiasta.

        1. Meno di quanto vorrei purtroppo 🙁 Considera che da Venuto al mondo non sono più entrata in sala. Però in compenso, facendo il corso di cinema, mi vedo un po’ di film a lezione.
          Comunque c’è da dire che non scrivo sempre di ogni film che vedo! 😉

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