I wandered lonely on a bike.

Il giorno dell’esame si avvicina ed io non ne posso più di stare sui libri. Ho studiato e continuo a farlo, ripeto e rileggo sempre le stesse cose, ormai le ho apprese, memorizzate, qualcosa mi sfuggirà, è inevitabile, non posso mica stamparmi due manuali, riga per riga, in testa.
Eppure sto facendo uno sforzo enorme per ricordarmi di ogni dettaglio, per non tralasciare nulla e… e poi quello che mi rimane, bene, il resto, pazienza. D’altronde il mio cervello non è un magazzino con le pareti di gomma. È vero che può essere allenato, cioè ingrandito, reso più resistente agli urti e maggiormente impermeabile allo scorrere del tempo, ma è anche vero che quando è saturo, diventa difficile riempirlo ulteriormente.
C’è poi un altro dettaglio: non posso scoppiare. Non posso e non voglio. Ed è per questo che qualche giorno fa, prima che ci raggiungesse questo freddo polare, mi sono concessa un giro in bicicletta tra i prati ed i sentieri che ho la fortuna di avere a due passi da casa e che mi danno l’impressione quasi di non abitare nella caotica capitale. Ebbene durante questa gradevole passeggiata su due ruote, il mio terzo occhio è stato irresistibilmente colpito da una distesa di margherite dai petali così candidi da fare a gara con il sole in quanto a lucentezza. Non ho potuto fare a meno di fermarmi e permettere anche ai miei due occhi di godersele. E se questi hanno registrato lo splendido panorama nella mia mente, imprimendolo nella pellicola “quando l’inverno sembra primavera”, il terzo occhio lo ha fatto su un supporto digitale, il quale mi offre il non trascurabile vantaggio di poterlo condividere con voi.
Non si tratta di un capolavoro fotografico, è stato più uno scatto spontaneo e diciamo pure approssimativo, però ha qualcosa che mi comunica serenità, qualcosa che mi trasmette innocenza. L’innocenza con la quale mi tufferei in quel prato e nuoterei tra le margherite, l’innocenza con cui il mio cuore esulta nell’ammirare tanta bellezza. Come scriveva Wordsworth:

“And then my heart with pleausure fills, and dances with the daffodils”.

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P. S. Beh, nel mio caso, più che di “daffodils”, si tratterebbe di “daises”, ma capite da voi che non fa rima; pertanto, non essendo abile nelle poesie e nei giochi di metrica, non oso modificare i versi e competere con la maestria del caro vecchio Wordsworth.

P. S. 2. I poeti romantici inglesi mi forniscono ispirazione già da due post. Oltre Keats e Wordsworth, esplicitamente citati nei titoli, azzarderei nel constatare che anche “Maremoto”, inconsapevolmente, contenga qualche reminiscenza di Coleridge…

0 risposte a “I wandered lonely on a bike.”

  1. E’ ovvio che qualcosa sfuggirà sempre, non ti preoccupare! Non significa che non sai nulla. E’ quello a cui sono arrivata anch’io: non siamo macchine, siamo persone che per quante cose possano immagazzinare nel cervello sono sempre soggette a tensione, nervosismo, ansia. In bocca al lupo!

    Ahhh Wordsworth!

    1. Esatto, la mostra memoria ha dei limiti. Sebbene la materia mi piaccia, i minimi particolari, che appunto tento di non tralasciare, non possono fissarsi nella mia mente così permanentemente come i concetti fondamentali. L’ho capito e me ne son fatta una ragione. Tra domani e dopodomani l’ultimo grande ripasso, poi esame e poi via… Verso l’infinito e oltre!
      Crepi comunque 😉

      P. S. Primo esame di linguistica dato! Gran bella materia, ma sai che la parte di semantica è quella che mi ha appassionato di meno? Cioè, a parte i rapporti tra lessemi, piuttosto interessanti, l’analisi del significato è tremenda!

  2. Nessuno al mondo sa tutto, è una cosa impossibile da realizzarsi. Neanche un mega cervello elettronico ci riuscirebbe. Poibisogna sempre tenere in mente cosa si memorizza perchè spesso quando si tratta di esami già automaticamente è qualcosa che dobbiamo memorizzare perforza perchè sono materie che il più delle volte non ci piacciono. E spesso dall’altra parte i professori non se ne rendono conto e per loro quella materia è la più importante al mondo.
    Io quello che vedo è che ora che studio le cose per conto mio memorizzo molto di più e studio con più piacere.
    In bocca al lupo per l’esame cerca di non essere troppo secchiona:)

    1. Senza dubbio, molto dipende dal tipo di argomento che si sta studiando, il suo grado di gradimento e non tanto la difficoltà: credo che se una materia piace la si troverà ovviamente più semplice rispetto ad una che invece piace di meno. Per esempio le lingue: c’è chi, come me, che riesce ad entrare subito nei loro meccanismi, e c’è chi le ritiene assolutamente ostiche.
      Farò del mio meglio per non esagerare nello studio… I risultati parleranno! 🙂

  3. Vista anche la mia personale esperienza, penso che abbiamo una certa “energia mentale”, e che se non ci si rilassa un po’ non è comunque più utile continuare a stare sullo studio. Pertanto del sano divertimento rigeneratore è utile ai fini dell’esame quanto lo studio stesso, specie se poi è un po’ di movimento
    In bocca al lupo!

        1. Ah, curioso come nome! Inconsciamente è una tecnica che di tanto in tanto applico anche io (quando non decido di chiudermi completamente). Per esempio tendo a studiare il mattino, poi pausa pranzo, poi di nuovo studio, poi break pomeridiano, eventualmente altro studio e poi cena. Prima di andare a letto capita che rilegga alcuni concetti che voglio fissarmi bene.

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