Diario di viaggio: Disneyland Paris

Ci eravamo lasciati con la mia dipartita da Parigi e ci troviamo ora con il mio arrivo a Val d’Europe, la stazione precedente Marne La Vallée, quella che sorge esattamente davanti il Disney Village.
Se non ho dedicato singoli post alle varie attrazioni parigine, sono costretta a farlo per raccontarvi Eurodisney, un mondo a sè tanto in bellezza quanto in grandezza.

Cominciamo col dire che vi sono due parchi da visitare: il primo, il più noto ed il più vasto, è Disneyland; il secondo, più piccolo e più recente, è il Walt Disney Studios. Ovviamente – come potete aspettarvi – sono entrata in entrambi. In due giorni differenti però. Riuscire a concentrare le due visite in una unica giornata è da pazzi. Così, nonostante le offerte per il ventesimo anniversario del parco, che prevedevano biglietti a prezzi stracciati per recarsi nello stesso giorno sia a Disneyland che agli Studios, ho preferito – e adesso sono convinta di aver fatto la cosa giusta – prendermi più tempo.
Il paragone tra i due parchi non andrebbe nemmeno affrontato, giacché si tratta di due mondi molto diversi, accomunati dall’omaggio alla Disney ed alla sua magia. Però posso confessarvi di aver amato maggiormente il primo, sopratutto dopo aver assistito allo spettacolo finale, il Disney Dreams, che è qualcosa di indescrivibilmente meraviglioso. Non ho mai visto niente di simile. Vi risparmio il resoconto delle attrazioni, dell’atmosfera, dell’ambientazione perfetta e persino della stupenda parata dei personaggi Disney su dei carri favolosi, ma lasciatemi spendere due parole riguardo quello spettacolo.
Ore 22. Chiusura del parco. La Main Street U.S.A. è interamente illuminata e migliaia di persone affollano la piazza principale, tutte con gli occhi rivolti verso il castello Disney. Parte la musica e si accendono i riflettori sulle torri del castello: sta per iniziare un vero e proprio sogno. Dalle fontane si elevano colonne d’acqua e si formano corone di schizzi sulle quali vengono proiettate immagini che ritraggono i personaggi Disney: si inizia con Peter Pan che perde la sua ombra e deve rincorrerla lungo il castello, poi arriva Lumière e poco dopo il Re Leone con tutti i suoi compagni; sarà poi il turno del Gobbo di Notre Dame che si lancia in una grandiosa celebrazione di Parigi, arrampicandosi sul castello trasformato in Torre Eiffel; e ancora Brave, Aladino, Rapunzel… Il tutto rigorosamente accompagnato dalla musica, dai fuochi d’artificio, dai giochi d’acqua e di luce, senza dimenticare le vampate di fuoco il cui calore si propaga sulla folla incantata, scaldandola più di quanto non lo fosse già. In poche parole, una favola. Come è una favola tutto il parco, tutta l’atmosfera e tutte le attrazioni. Perché è attrazione anche semplicemente passeggiare per i viali, varcare le soglie di Adventureland, immergendosi nel mondo dei Pirati dei Caraibi e di Indiana Jones, entrare in quello spaziale di Discoveryland, ammirando il Nautilus e le galassie di Star Wars, inerpicarsi su di un fortino egregiamente ricostruito in Frontierland, andando alla ricerca dell’oro in una vera e propria miniera nel bel mezzo di un lago sul quale il battello Molly Brown effettua addirittura una crociera. Infine, cosa può esserci di meglio per i viaggi dell’immaginazione se non ritrovarsi catapultati nel mondo delle fiabe a Fantasyland?

Ma non è certo finita qui. Non ricordate il secondo parco, gli Studios? Ebbene, potrete facilmente supporre come, per una cinefila quale sono, trovarmi dentro, davanti, dietro, dovunque, uno studio cinematografico sia una meraviglia per gli occhi. Al di là delle attrazioni e delle giostre mozzafiato (se siete interessati potete consultare il sito http://www.disneylandparis.it/), il pezzo forte del parco sono le esibizioni. La prima di queste è un delizioso omaggio al cinema, un viaggio nel tempo e nella storia della Settima Arte, dai film muti a quelli di fantascienza, dai kolossal in costume alle commedie di tutti i giorni. Vale davvero la pena assistervi, non foss’altro per il teatro che hanno tirato su, più simile ad un’Opera che a una sala cinematografica. Il secondo spettacolo è quello che si svolge in un’area dalle dimensioni – come ormai potete immaginare – gigantesche. Qui stuntmen su motociclette ed automobili si rincorrono a suon di spari, sgommate, frenate ed acrobazie allucinanti: il tutto per svelare i trucchi del mestiere e trasmettere al pubblico l’impressione di trovarsi realmente all’interno di un set. Niente da dire: sono proprio forti questi francesi…
Immancabile, anche qui, la parata Disney, i cui eroi sono trasportati a bordo di macchine fantasiose e vantano costumi perfetti, curati fin nel minimo dettaglio.
Ecco, i dettagli. È questo che mi ha fatto impazzire dei parchi (più del primo, in realtà). Nulla è lasciato al caso, ogni cosa è studiata, decorata, trasformata in attrazione e resa magica agli occhi di chi la guarda. Tutto contribuisce a creare atmosfera, ambientazione, scenografia. E si rimane incantati, a bocca aperta, si pensa “ma come è possibile?”, “non ci credo!”, invece è vero, si trova proprio lì, davanti a te, di fronte ad occhi increduli di gente che, come me, ha perso la testa ed è partita col treno della fantasia, o di fronte a sorrisi estasiati di bambini che stanno vivendo un sogno, che si muovono in un mondo che hanno sempre desiderato e che temevano non esistesse…

D’accordo, mi sono ammalata. La Dinsneyland-mania mi ha contagiata e mi ha persino fatto pronunciare, al termine della prima giornata, testuali parole: “Avrei anche pagato di più!”
Okay, devo tornare in me. La cosa migliore da fare è concludere il post e rinunciare a quanto volevo scrivervi su Parigi.
Ma ci tornerò, promesso. Il mio cuore ne sentirà presto nostalgia e mi pregherà di salire nuovamente su quell’aereo… Questa volta con l’immaginazione, visto che adesso so essere possibile.

0 risposte a “Diario di viaggio: Disneyland Paris”

  1. Bellissima esperienza … da ripetere. 😉

    Io non amo i parchi, pensa che, pur vivendo vicino a Gardaland, non ci sono mai stata. I miei figli ancora me lo rinfacciano di non averli portati. In realtà io non mi sarei divertita e sarei stata in pensiero per loro, con il terrore che potesse succedere qualcosa.

    Insomma, invidio il tuo viaggio a Parigi ma non quello a Disneyland.

    1. A me piacciono invece molto i parchi divertimenti. Ma Disneyland non è un parco come tutti gli altri. Già l’ho scritto, ma lo ripeto: è un mondo a parte, come un’altra città da visitare. So che spendere 50 euro per non fare, poi, le attrazioni, potrebbe sembrare una cifra folle. Ma – credimi – il parco in sè, con tutta la sua ambientazione e la sua atmosfera e con in più gli spettacoli e le esibizioni.. Beh, li vale tutti. Credere per provare. Mai precludersi nulla (anche se, capisco, ci sono cose che interessano ed altre che si lasciano da parte, specie in un viaggio in cui bisogna scegliere).

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