Tu la conosci Claudia?

Tu la conosci Claudia?

No, io no. Non la conoscevo prima e posso dire di non conoscerla nemmeno ora.
Ci ho giusto scambiato quattro battute in dieci minuti di tragitto in macchina, io seduta dal lato del passeggero, lei dalla parte del guidatore.

Ma come? Vai in macchina con una sconosciuta? Chiederete voi…

Beh, forse è il caso che vi racconti la storia dall’inizio.

Tutto è nato dall’idea di fare una sorpresa al mio ragazzo che avrei dovuto raggiungere a Fregene, dove avrebbe lavorato quel pomeriggio. Io partivo da Ladispoli, dunque mi sarebbe bastato prendere il treno e, in appena due fermate, sarei giunta nella località marittima in questione. Il problema è che la distanza tra la stazione ferroviaria ed il lungomare, dove precisamente sarei dovuta arrivare, è notevole se affrontata a piedi. Per di più la strada non è nemmeno tra le più agevoli, anzi. Come mi avrebbe in seguito mostrato Claudia, dopo un tratto relativamente facile in cui avrei dovuto camminare accanto ad una pista ciclabile, mi avrebbero aspettato le temibili “curve del vivaio”, che già dal nome apparivano tortuose e difficilmente percorribili. Poi avrei dovuto camminare ancora, ancora e ancora,per una quarantina di minuti e più, senza arrivare mai…
Ma io avevo deciso di affrontare quell’impresa e così mi ero lanciata nell’avventura. Qualcosa mi sarei inventata.

Salgo sul treno, scendo a Fregene ed esco dal lato in cui so di trovare il mare. Fin qui, nessun problema.
Nonostante abbia controllato più e più volte il percorso su internet, uscita dalla stazione mi trovo davanti diverse stradine, tra loro parallele, che immagino mi avrebbero condotto verso la spiaggia. Ma quale tra queste imboccare?
Ecco che decido di chiedere lumi ad una ragazza, scesa dal treno come me e diretta, con passo spedito, verso la sua macchina. Poco prima che apra lo sportello, la blocco e le domando cortesemente la strada per raggiungere il lungomare. Lei mi guarda con un’espressione sconsolata e mi risponde che il tragitto, a piedi, è molto, molto lungo. Forse avrei fatto meglio a prendere un autobus, suggerisce. Certo però, che prima di vederli passare..., constata amaramente.
Non abbandono i miei propositi e le spiego che in qualche modo devo arrivare al mare. In particolare devo raggiungere uno stabilimento di cui cito il nome e… Mi sorprendo nel sentirmi ribattere che lei lo conosce, ci lavorano dei suoi amici e, guarda caso, sta proprio recandosi da quelle parti, quindi, sempre che io non abbia remore, sarebbe disposta a darmi uno strappo.
Sulle prime rimango titubante, ma dopo pochi secondi accetto. In fondo si tratta della soluzione più facile tra tutte quelle che avrei potuto tentare. E per di più mi sta venendo offerta su di un vassoio d’argento.
Monto in macchina, lei si scusa per il disordine, mi fa accomodare con affabilità ed inizia a conversare. La trovo molto solare, mi sento a mio agio.
Mi spiega che le piacerebbe molto recarsi in stazione con la bicicletta, per risparmiare i soldi della benzina e della palestra, ma purtroppo, per via del percorso poco agibile, non le è possibile. Prende tutti i giorni il treno per giungere a Roma, studia lì, all’università.

Ah, anche io studio. Tu cosa fai? E dove?

E’ iscritta a Cooperazione alla Sapienza. Si trova molto bene. La sua facoltà è organizzata in maniera efficiente, a differenza di molte altre. Mi chiede dove e cosa studi io.

Studio Lingue, a Roma Tre. Mi trovo bene, l’università è a misura d’uomo, non affatto caotica, molto ben gestibile.

Lei è al primo anno, ma è più grande di me. Infatti non si è subito iscritta all’università dopo le superiori, è andata un anno in Inghilterra, a lavorare.

Ah sì? Ti sei affidata ad un’agenzia per trovare un’occupazione?

No, ha fatto tutto da sè. Non è stata a Londra, troppo “inflazionata”, troppi italiani. E’ stata Bristol, cittadina carina, a suo dire.

Ammiro le persone che prendono e partono. Brava! Studio Lingue proprio per avere gli strumenti adatti per poter partire, andarmene in qualche posto…

Eccoci sul lungomare, annuncia. Lo stabilimento è da quella parte…

Okay, grazie mille, puoi proseguire sulla tua strada e lasciarmi dove ti è comodo. Adesso che ho visto dov’è lo raggiungo a piedi.

Ma no, ti porto, è qui accanto. Comunque sono Claudia, piacere!

Veronica, il piacere è mio! Grazie, grazie e ancora grazie!

Non preoccuparti!

No, davvero, grazie infinite! Non so come avrei fatto senza di te…

Figurati! Ciao!

Grazie di nuovo… ciao!

Scendo dalla macchina, chiudo lo sportello e la saluto con il cuore colmo di riconoscenza. Poi tocco la borsa e tasto una piccola coccinella che mi è stata regalata da una carissima amica (detta Marta, per gli amici blogger), la quale me la ha consegnata poco prima di prendere il treno da Ladispoli. Il biglietto che accompagnava il suo dono recitava più o meno così:

Si dice che le coccinelle portino fortuna. E allora quale miglior regalo se non questo, per dirti che conoscerti, per me, è stata una vera fortuna.

Beh, devo dire che la fortuna me l’ha davvero portata. Sarà stato un caso, ma sono convinta che questo docile animaletto rosso diventerà ben presto un oggetto speciale, sarà promosso a mio totem ufficiale.

Grazie Claudia, grazie Marta!

0 risposte a “Tu la conosci Claudia?”

    1. Anche a me piace camminare, figurati! Difatti non mi sono creata problemi sulla strada da percorrere per raggiungere la mia destinazione. Solo che il treno alla fine era arrivato con dieci minuti di ritardo ed io non volevo rischiare di non trovare più il mio ragazzo. Poi se fosse stato un uomo ci sarei andata con i piedi di piombo, anzi. Sicuramente non avrei accettato. Però trattandosi di una ragazza, non ho intravisto pericoli e mi sono lasciata andare… Guidata dal cuore! 🙂

  1. Non conosco Claudia ma Marta sì. 😉
    Visto che è sparita dal web ma tu sei in contatto con lei, salutala tanto e dalle un bacione da parte mia. Una persona deliziosa e un’amica molto carina per te.
    Anche Claudia è stata gentile, dai. Bella avventura.

    Ciao, Veronica. Un abbraccio,

    1. Ahahaha già, in quel momento tutte le vocine nella mia testa mi suggerivano di accettare! Ripeto, se fosse stato un uomo mi sarei vista bene dal montare in macchina, ma visto che a propormi il passaggio è stata una ragazza in quel frangente non ci ho visto nulla di male.

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