Diario di viaggio: Marche

Non essendo iniziato l’anno accademico e non avendo ripreso le mie attività di routine, settembre è per me ancora un mese di totale vacanza.
Ecco perché, al fine di godermelo come si deve, non mi lascio sfuggire l’occasione di trascorrere qualche giorno in giro, fuori ma al tempo stesso vicino Roma, senza particolari pretese.
La scorsa settimana ho dunque raggiunto i miei nonni che hanno casa nelle Marche, precisamente in provincia di Fabriano, dove sono originari, e ne ho approfittato, assieme con il mio ragazzo, per perlustrare un poco la zona.

Primo giorno 

La notte soffia un vento fortissimo, così potente che quasi ci impedisce di dormire. La mattina dopo, appena svegli, veniamo sorpresi da una giornata uggiosa e poco gradevole, cosa che ci costringere a rivedere la nostra intenzione di andare verso il mare. Decidiamo così di recarci alle Grotte di Frasassi per una visita al chiuso ed al riparo dal vento e dalla pioggia.

Immagine dal sito http://www.grotte-di-frasassi.it/

Spero che l’immagine postata (non mia, visto che fare foto all’interno delle grotte è severamente vietato) possa trasmettervi l’idea della meraviglia di quel posto. Ogni descrizione, commento o resoconto non sarebbe abbastanza, non renderebbe giustizia ad uno spettacolo che deve essere ammirato con i propri occhi e contemplato con il proprio cuore. Occorre camminare con i propri piedi di fronte agli imponenti Giganti, stalagmiti di 20 metri alte quanto un palazzo di 6 piani seppur non se ne abbia la minima impressione; occorre trovarsi dentro il salone Abisso Ancona per restare sbalorditi dinanzi la sua magnificenza; occorre alzare lo sguardo verso l’alto e rimanere stupiti dalle migliaia di stalattiti che pendono dal soffitto, alcune di dimensioni eclatanti come la Spada di Damocle lunga 7 metri e 40, altre che sembrano sottilissimi aghi pronti da un momento all’altro a crollare sulla tua testa. Ed ogni sala è più bella della precedente, e ogni formazione rocciosa (si tratta di roccia carsica, molto morbida e facilmente penetrabile dall’acqua) è diversa dalla sua compagna e, e… E tu avresti voglia di non uscire più.
Per conoscere di più sull’origine di queste grotte vi lascio il link della pagina di Wikipedia a loro dedicata:

http://it.wikipedia.org/wiki/Grotte_di_Frasassi

Alla fine, comunque, dopo una visita di 75 minuti all’interno di 5 delle 7 sale (le ultime due sono interdette ai semplici turisti, in quanto prive di camminamenti e luci artificiali; sono accessibili solo attraverso il percorso speleologico), riemergiamo dalle profondità della montagna e notiamo con sollievo che il sole ha fatto capolino tra le nuvole.
Prima di abbandonare Frasassi, dedichiamo una breve visita al museo speleologico, geologico ed archeologico ospitato all’interno di una basilica romanica. Qui è conservata Marta, il fossile di una sorta di “pesce” che un tempo nuotava nelle grotte, visto che milioni di anni fa queste erano sommerse dall’acqua. Oltre ad ulteriori fossili che testimoniano forme di vita preistoriche all’interno delle cavità naturali, il museo presenta pannelli, ricostruzioni, plastici e tanto altro materiale che ci  permettono di avere un quadro più dettagliato di tutto l’ambiente appena esplorato.
Sulla strada di ritorno verso il nostro punto di partenza (ossia Grotte, minuscola frazione di Fabriano che non meriterebbe nemmeno di essere chiamata “paese”, giacché si tratta di un agglomerato di case con appena una centinaio di anime), ci fermiamo a Precicchie, castello dell’anno 1000 disabitato da qualche anno a questa parte. La location è evidentemente molto suggestiva poiché è teatro, nel corso dell’anno, di ben tre manifestazioni culturali: presepe vivente, palio dei campanari e rassegna cinematografica.

Secondo giorno

Al contrario di lunedì, ci svegliamo lieti di vedere il sole splendere in cielo. Anche le previsioni per l’intera giornata sono buone, così attuiamo il nostro piano di incamminarci verso il mare. Il Conero ci aspetta.

La nostra prima tappa è Sirolo, dove ci godiamo una fantastica vista del monte Conero dalla piazzetta principale dotata di terrazza sul mare. La vista dall’alto di un’acqua così limpida ci spinge a cercare una spiaggia, possibilmente scogliosa, ove trascorrere qualche ora. Scaduto però il tempo del parcheggio, ci muoviamo verso Numana, cittadina che, essendo più distante dal Conero rispetto al figliolo Sirolo (c’è infatti un detto che recita: “se vai a Numana ma non a Sirolo, hai visto la mamma ma non il figliolo”), presenta un litorale più basso e tipicamente adriatico, sebbene la spiaggia sia ancora composta da ciottoli. La nostra destinazione è San Bendetto del Tronto, per raggiungere la quale prendiamo la strada costiera incontrando, sul nostro percorso, diverse località. A Porto Recanati ci fermiamo a mangiare una deliziosa piadina ed indugiamo qualche minuto a chiacchierare con il proprietario di un bar, nostro concittadino.
Arrivati a San Benedetto, lasciamo la macchina in officina meccanica (avevamo un piccolo problemino da risolvere): sono circa le 15.30 e l’auto sarà pronta per le 18.30/19.00. Abbiamo la bellezza di tre ore da trascorre a piedi in un luogo che non conosciamo e che sembra essere completamente morto, visto che ormai la stagione è bella che finita. Ho la brillante idea (almeno a me sembra brillante sul momento) di cercare un cinema: cosa c’è di meglio di un film per far volare via le ore? Non ci sembra vero, ma pochi passi dopo il concessionario adocchiamo la scritta MULTIPLEX. Ci dirigiamo verso l’alto edificio bianco che reca tale insegna e ci sorprendiamo nel constatare che è più lontano del previsto. Ma vabbè, tanto abbiamo tempo da perdere. Dopo svariati minuti di camminata in cui non mancano sottopassaggi, piste ciclabili quasi più pericolose di autostrade e temerari attraversamenti di cavalcavia, arriviamo davanti alle porte della cattedrale del cinema. Chiuso. Chiuso?!?! Un multiplex chiuso alle 16 del pomeriggio?! Eh sì, i primi spettacoli iniziano alle 18. Perfetto: la mia brillante idea si trasforma in un colossale insuccesso.

 Torniamo sui nostri passi, ma prima ci rifocilliamo in un localino che avevamo notato durante il percorso di andata. E’ veramente delizioso: i tavoli sono tutti in legno grezzo, il bancone è fatto con dei mattoncini sistemati disordinatamente gli uni sugli altri, i lampadari sono realizzati con dei barattoli trasparenti di miele che racchiudono la lampadine e, infine, all’ingresso c’è una parete di lavagna, dove gli ospiti possono lasciare i loro saluti con i gessetti. Sosta non male, dunque. Tuttavia dobbiamo ancora attendere molto quindi… che fare? Andiamo a far due passi sul lungo mare e ci fermiamo a riposare su alcune poltroncine di cemento con lo schienale sdraiato ed addirittura un poggiapiedi.
Sono le 19.30 quando la macchina torna in nostro possesso, finalmente senza più alcun problema. Questa volta, però, non è Grotte ad attenderci, bensì Campli, in Abruzzo, dove ci appoggeremo alla casa del mio ragazzo. Ora sì che possiamo parlare a pieni diritti di “paese”: Campli, infatti, fa comune a sè e porta circa 7000 abitanti.

Terzo giorno

In realtà c’è poco da raccontare visto che è già arrivato il giorno del rientro. Dopo aver caricato il vino in macchina (acquisto che è d’obbligo dovunque si vada), prendiamo la rotta di Roma.

Quanto pensavate rimanessi lontano da casa? Forse il titolo “Diario di viaggio” vi ha fuorviati, facendovi immaginare chissà quale tour di chissà quale durata. Eppure per me sono viaggi anche questi: poche giornate, brevi gite, singole ore da qualche parte, in qualche luogo finora ignorato, in qualche posto da conoscere.
Ogni esperienza è un viaggio, giacché la vita stessa implica una continua scoperta.

0 risposte a “Diario di viaggio: Marche”

  1. Bel viaggio. Le Marche sono bellissime. Le ho visitate, in parte, tantissimi anni fa, quando mio marito, allora fidanzato, era militare in aeronautica a Macerata.
    Penso che la stagione effettivamente non sia delle migliori però ricordo che io ci sono stata ad ottobre e faceva decisamente caldo. A Recanati ho visitato casa Leopardi, il mio poeta preferito.

    Ciao, Veronica. Buona serata.

    1. Invece già i primi di settembre abbiamo incontrato un clima piuttosto fresco. Di sera la temperatura si aggirava sui 15 gradi e il giorno in cui siamo stati a Sirolo non abbiamo potuto fare il bagno: acqua troppo fredda e troppo rigido fuori.
      Buona serata a te Marisa!

    1. Mai stata ad Urbino, nonostante km abbiano detto – i miei genitori compresi – essere molto bellina. Recanati mi manca, ci andrei per far visita al mio caro Leopardi… Se navighi un po’ per i post del blog scoprirai che ogni tanto il poeta marchigiano viene fuori 🙂

      1. Lo stavo notando 🙂 Leopardi rappresenta sempre noi scrittori, chissá perché! Ci tornerei volentieri, ma per ora il mio diario di viaggio è fermo all’Inghilterra.

        1. Beh, forse perché ogni scrittore è anche un attento osservatore del reale e Leopardi era molto acuto nel cogliere contraddizioni e tutto ciò che di inspiegabile c’è nel mondo.

          In Inghilterra sono stata purtroppo solo a Londra, ma mi piacerebbe averla girata di più.

          1. Io sono stata una settimana con la scuola, ma a Londra solo mezza giornata. D: se vuoi saperne di piú, ho scritto vari post.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *