Diario di viaggio: La Piantata [PROLOGO]

Nonostante il titolo del post, non vi parlerò molto di siti turistici o cose da vedere (anche se quando sono in un posto mi piace girare comunque!), perché questa volta si tratta veramente di una fuga romantica dal caos cittadino e dalla frenesia degli impegni per immergerci in un luogo incantevole, magico, un angolo di mondo in cui si può davvero dire di sentirsi distanti da ogni forma di civiltà. Un piccolo assaggio di paradiso, qui, sulla terra, precisamente in provincia di Viterbo verso Arlena di Castro.
I miei regali per le ricorrenze sono spesso tutto fuorché materiali. Ricorderete la gita a Montefalco per il ristorante di Giorgione in occasione del compleanno di Armando. Ecco, una gita simile, più o meno alla stessa distanza, ha rappresentato il mio regalo di anniversario.
In realtà fu Armando il primo a parlarmi de La Piantata, agriturismo nel viterbese che mette a disposizione degli ospiti un alloggio in due diverse case sull’albero. Le foto parlano da sole: un posto da sogno. Benché la volontà di portarmi prima o poi in questo luogo rimanesse sempre nel cuore di Armando, eh beh, sono stata io a precederlo.DSC 008
Il 22 aprile partiamo alla volta de La Piantata; preparo dei panini per un pranzo veloce lungo la strada e mi attrezzo di cambio per la sera ed immancabilmente di reflex. La prima tappa che facciamo è alla sorgente dell’acqua di Nepi, di cui siamo estimatori in famiglia. Dalle fontanelle nei pressi dello stabilimento sgorga l’acqua effervescente ed è una sorpresa constatare che è proprio la stessa di quella imbottigliata. Armando tenta anche di assaggiare l’acqua sulforea, poche fontanelle più in là, ma non riesce a convincermi visto il forte odore di uovo sodo che mi fa venire la nausea.
Rimontiamo in macchina, direzione Sutri. Era da un po’ che volevo fermarmi in questa cittadina, sempre molto attratta dalla sua posizione e dal suo circondario. Dopo un rapido giretto in città ciDSC 022 spostiamo nella parte bassa ove si trova una piccola necropoli etrusca interamente scavata in una roccia di tufo. Visitiamo anche l’anfiteatro etrusco adiacente, una bellissima struttura da cui pensiamo debbano aver preso spunto i romani. Pranziamo in un’area verde attrezzata con panche e tavoli e immaginiamo con occhi sognanti come potrà essere la nostra dimora tra gli alberi…
Un’oretta di strada ci separa dalla nostra destinazione e dopo un caffè ci rimettiamo in viaggio. Con l’ausilio del navigatore raggiungiamo l’agriturismo e, appena parcheggiato, si mostra la Black Cabin davanti ai nostri occhi. Al primo impatto sono un po’ delusa: me la immaginavo più isolata, appartata e sinceramente un po’ più arrampicata tra i rami. “Vabbè”, mi dico “se le foto non mentono, dentro deve essere super hi-tech”. Veniamo accolti dai proprietari, milanesi entrambi, molto ospitali, disponibili e fin da subito affabili. Ci danno consigli su qualche posticino da provare la sera, sia a Tuscania che a Capo di Monte, sul lago di Bolsena. Alla fine opteremo per la prima alternativa, volendo assaggiare prodotti tipici locali e non venendo molto entusiasmati da una proposta di pesce di lago. Mentre la signora ci accompagna verso la Black Cabin (la casa sull’albero che avevo prenotato con un bel po’ di mesi di anticipo… ed avevo fatto bene! Sono sempre pieni tutti i giorni) ci racconta degli ospiti dell’altra casa sull’albero che sarebbero arrivati di lì a poco. Lei è di Modena, ha prenotato il soggiorno un anno prima ed è incinta di 8 mesi. Per tale ragione la signora le aveva consigliato di cambiare “albero”, in quanto la seconda casa sull’albero, la Suite Bleu, è alquanto difficile da raggiungere e serve un pandino fornito dall’agriturismo per arrivarci: discese, salite, strade sterrate, un guado da attraversare… Di fronte a questa descrizione gli occhi di Armando si illuminano. Io avevo visto entrambe le soluzioni e le fotografie del sito facevano apparire entrambe le case favolose. Per mancanza di disponibilità avevo dovuto prenotare la Black Cabin, ma del resto non mi sarebbe cambiato molto: non conoscevo nessuna delle due e non avrei saputo dire a priori quale DSC 025meritasse di più. Solo più tardi avremo realizzato che, mentre la Black Cabin è in realtà costruita su palafitte e – soprattutto – sita proprio all’entrata della tenuta, la Suite Bleu è un gioiellino a 8 metri da terra immerso nei campi di lavanda. Se la prima vanta di un arredamento di ultima generazione (sanitari sospesi, doccia a vista, impianto bose in camera etc.), la seconda presenta un gusto più romantico ed intimo, che avremo poi senz’altro preferito. Eh sì, perché, affascinati dalla descrizione della proprietaria e meravigliati dal fatto che, per quanto spaziassimo lo sguardo, la casa non si vedeva da nessuna parte, abbiamo chiesto di scambiare le prenotazioni (chiaramente dopo aver avvertito telefonicamente la signora incinta per la quale non ci fu nessun problema).
Ed ecco che, seguendo il marito della signora e a bordo di una Panda 4×4, ci inerpichiamo su colline disseminate di lavanda e vediamo aprirsi davanti a noi uno scenario idilliaco da togliere il fiato: la Suite Bleu.

TO BE CONTINUED…

0 risposte a “Diario di viaggio: La Piantata [PROLOGO]”

  1. Che bello! Una fuga romantica … mai fatta, beati voi che appartenente ad un’altra generazione. Quelli della mia hanno dovuto sottostare a rigide regole del buon costume che prevedevano fughe romantiche solo con la fede al dito. 🙁
    Non vedo l’ora di leggere il seguito.
    Un abbraccio.

    1. Eh sì è stato stupendo, poi in un posto così! Ogni tanto ci vuole, considerato che l’anniversario capita una volta l’anno e non sempre lo festeggiamo in pompa magna. Purtroppo – e per fortuna d’altro canto – la data che avevo scelto è caduta in un periodo denso di impegni lavorativi: questo ci ha fatto correre tra le mille cose da fare nei giorni precedenti in modo da goderci la giornata di relax, ma il risultato è stato che ci siamo trovati più stanchi di quanto non saremo stati senza fuga romantica 😉
      Il seguito è in preparazione: sto cercando di trovare le parole giuste per raccontare un’esperienza che solo aprendo il mio cuore si potrebbe comprendere fino in fondo.
      Un abbraccio.
      Scrutatrice

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *