Like the difference.

Mi piace l’idea di cambiare disposizione dei mobili. Di giocare con l’arredamento di un ambiente per adattarlo allo stesso spazio ma in maniera diversa.
Mi dà serenità, positività. Vuol dire dinamicità nella stabilità, ordine nel movimento.
Mi ci riconosco appieno.
E poi mi dona freschezza, un po’ come distendersi sotto lenzuola appena cambiate, con quell’odore e quella morbidezza del bucato da poco uscito dalla lavatrice. O come indossare un maglione nuovo, fresco di acquisto che ti sembra andare d’accordo con tutto il resto del guardaroba, nonostante sia di un rosa evidenziatore che forse con il rosso non ci sta proprio bene.
Forse si tratta di trovare la novità nelle piccole cose, in modo che ogni giorno non sia mai uguale all’altro ed ogni dettaglio diventi distintivo.
Sono i particolari che contano. Sono loro a fare la differenza.
La differenza: ecco cosa mi piace. E non può essere solo una sottrazione, che razza di banalizzazione prodotta dalla matematica è questa? È più che altro un’addizione, l’aggiunta di un nuovo valore.
Un cambiamento. La differenza.

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