Dello scrivere e delle memorie.

Scrivere a caldo o scrivere a freddo è una cosa molto diversa. Ne sono consapevole, come lo erano anche i poeti romantici inglesi, sostenitori dell’idea delle emotions recollected in tranquillity.
Personalmente debbo ammettere che non preferisco in particolare nessuna delle due modalità. Mi piace scrivere, e basta. Mi piace scrivere quando sento di averne bisogno. Mi piace scrivere, a seconda delle situazioni e dei momenti, in ambedue i modi.
Ma non scrivo più tanto spesso, perché scrivere toglie anche il tempo alla lettura, e se leggo, non scrivo.
Scrivere, poi, non richiede solo tempo, ma anche i propri spazi. Spazi che per me sono virtuali, e che intendo più come i giusti contesti. In un angolo meno rumoroso della metro, sotto la pensilina della fermata dell’autobus, in fila all’ufficio postale o nella macchina parcheggiata in doppia fila per aspettare che qualcuno svolga una veloce commissione. Ogni posto per me è buono, ogni luogo è deputato a lasciar correre i pensieri sul schermo dell’iPhone.
Il supporto è ovviamente essenziale. Ma ormai lo scenario è cambiato.
Sono cambiati i tempi in cui scrivevo su carta, riempivo quaderni e diari, moleskine che adoravo. Sono anche tramontati i tempi in cui passavo i pomeriggi di fronte al computer fisso (desktop si dice?), il mio passatempo dopo lo studio, mentre la torre sotto la scrivania si surriscaldava ed emanava rumori dall’oltretomba. Ma mi piaceva, vi ero molto affezionata, e mi ricordo quando in famiglia si discuteva di cambiarlo a favore di una postazione portatile, ché ormai il fisso aveva fatto il suo tempo, era divenuto obsoleto. Quanto mi opposi… Ed ora eccomi qui, con uno smartphone in mano a digitare mentre sono in giro e cammino per strada. Più mobilità di così!
Il computer desktop ovviamente non c’è più in casa. E pure il notebook è ora utilizzato solo in caso di assenza di tablet o altri dispositivi portatili.
Ma la scrittura, quella no, non sarà mai sostituita. Non verrà rimpiazzata.
Se digitata o composta a mano, se nata dalla combinazione di simboli o di lettere d’alfabeto, se prodotta o recepita, in qualunque forma essa si manifesti…. Scrivere è memoria, e registrare memorie è la pratica più antica del mondo.
Scrivere è storia, scrivere è riflessione, scrivere è creazione. Arte nobile e al tempo stesso umile. Espressione di sé, della mente e del cuore, ritratto del mondo.
Una cosa è certa, miei cari lettori: di scrivere, no, io non mi stancherò mai.
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0 risposte a “Dello scrivere e delle memorie.”

  1. … Non avrò mai uno smartphone ! Probabilmente l’unico sulla terra a non capire il perché di un oggetto che non serve a telefonare ! Sono anche l’unico ad avere un desktop di ultima generazione e una tastiera fisica coi bottoni Wireless ! Sono cambiati gli attrezzi ma scrivere mi è rimasto dentro dai tempi delle centinaia di fogli bianchi A4 e stilografica nera ! E’ cambiato il mondo ma non ho perso la strada dell’intimità !
    Ciao.

  2. Io invece amo più leggere che scrivere, ormai sul mio blog (a parte quello dei libri) non scrivo più tanto. Non riesco più ad elaborare pensieri, a mettere nero su bianco quello che mi succede o che penso.
    Poi per ora è un macello e non saprei cosa dire.
    Forse mi sono bloccata da tempo.

  3. grande Very… è tempo che non leggevo le tue righe e devo dire che scorrono sempre fluide e piacevolissime per il lettore…. continua, anche se non più con le penne abbandonate ormai sulla scrivania anch’essa deserta.
    Daje……

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