Sarà un anno migliore, se lo vuoi.

Ormai non mi fa effetto più niente.

Nessuna frase, nessun gesto, nessuna genuina esternazione di affetto o spontanea espressione di felicità.

Dire che io sia diventata una cinica insensibile affetta da misantropia patologica è dire poco.

Che poi non è nemmeno vero.

Credo di essere la persona più tollerante del mondo, ho fatto mia la filosofia del “vivi e lascia vivere” e cerco di trovare soluzioni per ogni problema, non il contrario, facendo eco a qualche famoso slogan pubblicitario di cui non ricordo il brand.

Distacco, distanza: ancestrali forme di garanzia.

Limitare al massimo i coinvolgimenti, ridurre drasticamente le aspettative: si evitano le più cocenti delusioni che è una meraviglia.

Mi sta bene passare per quella egoista, insensibile, quella a cui “non frega nulla”, perché tanto il mio comportamento non dà a vedere quanto ci soffra, quanto mi importi, quanto mi interessi.

Perché la realtà, pensa un po’, è che mi importa e mi interessa. La cortina di ferro è solo un costume cucitomi addosso alla perfezione, e il cuore di ghiaccio una maschera calata a pennello su un muscolo che non ne vuole più sapere di esporsi. Lo proteggo, lo mostro raramente.

Ostento una sicurezza che di certo non mi appartiene, presento una forza che chiaramente non è mai stata mia.

Ma funziona. Il più delle volte, funziona.

Funziona tenermi impegnata, funziona dedicarmi anima e corpo alle mie passioni, funziona fare della ricerca di emozioni l’unico scopo del mio tempo.

Funziona vivere alla giornata, funziona non attendersi nulla dagli altri ma chiedere tanto solo a me stessa.

Funziona capire di non essere invincibili, accettare che la perfezione è solo una colossale stronzata e che migliorarsi giorno per giorno significa sbagliare, irrimediabilmente sbagliare, e crollare, cadere, farsi male, sbucciarsi le ginocchia e sanguinare.   

Il pensiero di voi mi tormenta e torna a farmi visita, spesso, più spesso di quanto io non voglia.

Voi che avete fatto parte della mia vita e, diamine, quanto l’avete influenzata.

Voi che ci siete, lo so che ci siete, siamo solo fisicamente distanti ma calpestiamo tutti la stessa terra, vediamo tutti la stessa luna e respiriamo la stessa identica aria.

Poi arrivi tu, che tutte queste cose non sai nemmeno cosa vogliano dire. Ecco che, come in un film, si proietta nitida e chiara la tua immagine sullo schermo dei ricordi.  Mi vieni a trovare, tu, ad un anno esatto di distanza, e mi convinci che si tratta solo del fatto che non ci vediamo, che magari ti trovi da un’altra parte del pianeta, un angolo così remoto da essere irraggiungibile.
In vacanza, in una eterna vacanza, dalla quale tornerai per farci poi vedere le foto. Il fotoreportage di un viaggio, quel viaggio che ti ha tenuta lontana da noi ormai 365 giorni.

Quando realizzo che la tua carne non è più di questo mondo e che nessuno potrà più godere dei tuoi sorrisi, come tu non potrai più godere del sole, del mare, del freddo, degli odori della terra… È proprio quello il momento in cui mi dico che sì, funziona essere cinici, insensibili e menefreghisti.

Non paga affezionarsi alle cose e alle persone. Siamo tutti entità terrene, transitorie ed in quanto tali destinate a scadere. E’ insita nell’essenza e nell’esistenza  dell’uomo la parola “fine“. Sono quei quattro caratteri invisibili che fanno da sfondo al nostro nome.

Non serve a niente stringere legami, relazioni durature, non serve nutrirsi di prospettive a lungo termine, se tanto tutto finisce (o si trasforma?), prima o poi, con la morte o senza. 

Così, il  2018 si sta evolvendo in un nuovo anno e, all’ombra di questi tenebrosi pensieri, scorgo una luce che mirando al petto, scaldando il ghiaccio, colpendo il cuore… forse scioglierà la calotta polare dietro la quale mi nascondo per non voler più soffrire. 

Buone Feste e Buon 2019.

4 risposte a “Sarà un anno migliore, se lo vuoi.”

  1. Buone feste e buon 2019 a te, ragazza dalla calotta polare incorporata :).
    Anche io mi ritengo più distaccato di una volta, e posso capire come sia una garanzia per non farsi troppo male. Riguardo la fine, beh, a volte certi eventi la mostrano intorno a noi, però vivendo col pensiero che tutto finisce non si vive come si potrebbe, secondo me. Comunque hai proprio ragione, vivere è anche soffrire, e io ti auguro di soffrire il meno possibile pur sciogliendo, come dici tu, un po’ la tua calotta. Un po’, lo hai già fatto in questo post.
    Di nuovo, un buon anno venturo.

    1. Grazie, queste riflessioni mi accompagnano da un po’ di tempo. Credo sia giusto ragionare ogni tanto in maniera meno superficiale e più attenta su certi temi, senza lasciarsi sopraffare troppo da un pessimismo incombente, che per me è facilmente dietro l’angolo.
      Buona fine e buon principio Gabbiano! 🙂

  2. Profonde riflessioni ! … Si potrebbe discutere per molto su ciò che dici ! Sempre in bilico tra la sensibilità di ognuno di noi e la sfida quotidiana di una vita terrena e limitata !

    Complimenti !

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