Amore, mi vuoi…?

Lunedì.
Il primo giorno della settimana. Forse il più duro di tutti. Si ricomincia con la solita routine, gli orari, gli impegni prestabiliti, tranne che.. Lo scorso lunedì si doveva lavorare. O almeno così mi aveva fatto credere Armando, il mio fidanzato, il quale, all’incirca all’inizio di dicembre mi aveva telefonato per dirmi:
“Mi raccomando, per lunedì 15 non prendere impegni ché c’è un lavoro importante all’Eur”.
Okay, perfetto, apprezzo il largo anticipo e segno in agenda. Che poi, chissà quali impegni avrei mai potuto prendere un lunedì sera. Sì, magari avrei dato appuntamento a qualche manuale universitario per un incontro serale, ma si può benissimo rimandare.
Qualche giorno prima di lunedì parte la mia macchina organizzatrice.
“Allora, si può sapere dove e a che ora lavoriamo precisamente? E cosa dobbiamo fare? E come mi devo vestire? Insomma, dammi un po’ di dettagli amore! Informati con A. e fammi sapere” (giacché il lavoro pareva essergli stato procurato da questo suo amico).
Dopo qualche ora ricevo una chiamata da Armando:
“Allora amore, lavoriamo alle 20.30 allo Shangri La (N.d.A. noto albergo dell’Eur). E’ una cena-convention aziendale. Vestiti casual”
Non è che mi avesse pienamente convinto, anche perché delle mie mansioni non mi aveva parlato. Ad ogni modo non indago oltre, l’importante era stare insieme.
Ci diamo appuntamento alle 19.30 alla fermata della metro, dove io lo avrei raggiunto, ma arrivo con una ventina di minuti d’anticipo.
Salgo in macchina, mi accolgono un sorriso enorme ed una serie di complimenti sull’abbigliamento che avevo scelto.
E poi il resto…

“Amore, ti devo dire una cosa. So che forse ti arrabbierai, ma non farlo…”
“Insomma, che c’è? C’entra con questa sera?”
“Sì…”
“Mmmm, dai dimmi, non mi tenere sulle spine!”
“Stasera non lavoriamo amore…”
“Come? E allora dove stiamo andando? C’entra A.?”
“No, no, non c’entra…”
“E allora di che si tratta? Daaaaai!”
“Eeeh.. non so come dirtelo…”
“Stiamo comunque andando allo Shangri La?”
“No…”
“Allora dove? Dai amore, ti prego!”
“Beh, ci sono certe cose che un uomo deve dire alla propria donna ad un certo punto della vita… Sono ormai quasi 3 anni che stiamo insieme… Quindi amore… mi vuoi… ACCOMPAGNARE AL CONCERTO DI GIORGIA?”

E tira fuori due biglietti dorati dallo sportello della macchina.

Potete immaginarvi la mia faccia, sia prima che mentre che dopo quel discorso. Non credevo ai miei occhi e alle mie orecchie e soprattutto non riuscivo a non pensare a come non avessi sospettato nulla! Aveva architettato tutto alla perfezione! Mai, mai avrei immaginato una sorpresa proprio quel giorno… E che sorpresa! Ho sempre amato Giorgia, fin da quando ho ascoltato le sue prime canzoni che so tutt’ora a memoria e canto a squarciagola ogni volta che le sento passare in radio o in occasione di un improvvisato karaoke. Si era parlato del suo concerto a Roma qualche volta a tavola, insieme anche ai miei, ma l’argomento non era più uscito fuori da tempo! Come è stato attento a cogliere questa vibrazione… Non riesco a crederci!
La serata è stata una di quelle che non dimenticherò mai.
Prima del concerto facciamo uno spuntino in una ottima piadineria dell’Eur (adoriamo le piadine!) di cui siamo clienti abbastanza assidui. Io mi sto già preoccupando dell’orario, ricordando il mio primo concerto (quello dei Blue allo Stadio Olimpico!) quando mi ero presentata davanti ai cancelli già dal primo pomeriggio. Mi stava sfuggendo il fatto che al Palalottomatica i posti fossero numerati e che dunque non c’era alcun bisogno di affrettarsi, considerati anche i consueti ritardi rispetto all’orario di inizio.
Difatti Giorgia fa la sua entrata sul palco alle 21.20 immersa in un tripudio di luci, laser e suoni che rendono l’atmosfera veramente emozionante. Ma è la sua voce il pezzo forte. Davvero strepitosa, fantastica, incredibile. Non ci sono abbastanza aggettivi per definirla. Tiene le note per minuti interi, senza la musica, si sente solo la forza dei suoi vocalismi che ad imitarli uno si giocherebbe la gola. E che dire di più? Inutile mettermi a parlare del concerto perché ai non appassionati potrebbe non interessare molto. Inoltre c’è anche un’altra questione: ho provato emozioni talmente forti ed intense che sono tutte attaccate e legate tra loro, una è conseguenza dell’altra e causa di un’altra ancora. Sarebbe molto riduttivo cercare di sgarbugliare una matassa così complessa di sensazioni, impressioni, immagini, momenti… La conservo intatta, così com’è, dentro il mio cuore e dentro la mia mente perché, come già detto, è qualcosa  che non ti lascia indifferente, ti rimane impressa a lungo proprio come un meraviglioso momento che difficilmente dimenticherò. Così come la persona stupenda che ho la fortuna di tenere stretta al mio fianco.

 

Diario di viaggio: Montefalco e Bevagna

Ho già spiegato nel prologo a questo post come questo viaggio sia il frutto del regalo di compleanno al mio ragazzo, amante della buona cucina e soprattutto fan incallito di Giorgione, noto cuoco del Gambero Rosso.

Risparmiamoci i dettagli sulla prenotazione al ristorante (obbligatoria indipendentemente dal giorno) chiamato La Via Di Mezzo e situato poco fuori le mura del borgo umbro di Montefalco, e veniamo a questi due piacevoli giorni di evasione.
IMG_4481_2Arriviamo a Montefalco un po’ più tardi del previsto, ma comunque in tempo per il check in all’agriturismo, a 5 km dal centro, in località San Marco. Giusto il tempo per accendere i termosifoni (il monolocale che ci hanno assegnato è gelido!) e posare gli zaini e siamo già fuori. Sono quasi le 20, è ormai buio, sembra notte fonda e rimaniamo stupiti dalla volta celeste che sovrasta i nostri occhi, così limpida e così vicina: uno spettacolo che ci lascia sempre senza parole. Facciamo un giro nella deserta Montefalco, circondata da mura e consistente in una deliziosa salitella che termina in una altrettanto deliziosa piazzetta. Ci domandiamo se anche il ristorante di Giorgione sia vuoto come lo è la cittadina ed i locali che si affacciano sulle sue vie. La risposta ci arriva appena mettiamo piede nel ristorante. La sala nella quale ci fanno accomodare avrà un paio di tavoli liberi su otto, mentre l’ambiente adiacente è tutto pieno. I camerieri ci spiegano il funzionamento del menù: fisso con antipasti a buffet, due primi, due secondi, due contorni e dolci della casa. Dopo aver ordinato le bevande, ci facciamo un giro tra gli antipasti, ricchi di verdure, affettati e sopratutto taglieri di formaggi di varie provenienze. Nel frattempo ci chiediamo dove sia Giorgione, se sia impegnato ai fornelli, se esca ogni tanto a fare un giro tra i tavoli… Anche questa volta non dobbiamo attendere molto per ottenere la risposta. Dopo poco infatti scorgiamo una figura camminare a ciondoloni, con la pancia enorme, esattamente come appare in televisione – senza trucco senza inganno signori! – che saluta i commensali raccomandandosi di non mangiare troppo pane con gli antipasti (eh, predica bene ma evidentemente razzola male!).
IMG_4484_2A noi augura buon appetito e subito dopo arrivano i due primi: tagliatelle con gorgonzola e noci e cavatelli con sugo alla Giorgione (la giovane cameriera non ci dice molto di più, ma utilizza l’aggettivo “sfizioso” oltre a menzionare qualche ingrediente: pinoli, pistacchi…). Ottimi i primi, ma non riusciamo a finirli, ben sapendo che ci aspettano altre quattro portate. Rimaniamo (o almeno io) un po’ delusi sui secondi, rappresentati da pollo ruspante e agnello al forno, accompagnati da patate arrosto (ognuna delle quali di dimensioni spropositate!) ed insalata. A questo punto, cosa alquanto rara, Armando sta scoppiando, io mi sono tenuta uno spazietto per i dolci, i quali in effetti si rivelano superlativi: torta di limone, mandorle e ricotta; torta di pinoli e cioccolato; brownies.
Dopo la foto di rito, una chiacchierata con Giorgione, amichevole e disponibile, e i dovuti ringraziamenti, ci incamminiamo verso la macchina, per fortuna parcheggiata un po’ distante, cosa che ci permette di digerire il pasto sostanzioso appena consumato. Armando è felice come un bambino di fronte ad una caramella ed io sono altrettanto soddisfatta di aver azzeccato il regalo. In quanto alla cena… Come sempre il primo premio lo assegno ai dolci! 😉
IMG_4492_2Il giorno dopo apriamo gli occhi intorno alle otto, dopo una bella dormita cullata dal silenzio del luogo. Facciamo colazione nell’agriturismo e conosciamo i proprietari che il giorno prima non erano presenti.
La prima tappa del giorno è la cantina Antonelli, il cui Rosso di Montefalco Armando aveva apprezzato la sera prima. Ci carichiamo in macchina un cartone e, prima di ripartire per Roma, ci concediamo una visita veloce (mooolto veloce, visto che i 4 gradi ci fanno scappare!) a Bevagna, altro paesino che, come Montefalco, appartiene ai cento borghi più belli di Italia. La passeggiata è molto piacevole, ci porta anche a scoprire che Bevagna è stata il set della famosa fiction Don Matteo in onda su Rai Uno.
Mentre intraprendiamo la strada di casa, salutiamo la bella campagna umbra con i suoi borghetti in collina e ci ripromettiamo di visitarla a breve, giacché diversi paesini mancano ancora all’appello…