Ricostituenti musicali multivitaminici.

Capita che, mentre stai consumando un pranzo frugale per non rubare tempo ad un pomeriggio che, tra impegni, appuntamenti e riunioni, sarà un pomeriggio di fuoco, la radio su cui sono costantemente sintonizzati tutti gli apparecchi acustici della nostra casa (leggasi RadioCapital), trasmetta questa:

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Come se avessero letto tutti i miei pensieri e fossero perfettamente a conoscenza di quello che mi sta passando per la testa, gli AC DC risuonano a tutto volume nel piccolo ambiente della cucina e sembrano dirmi:

“Sappiamo che che ti aspetta un pomeriggio di inferno, ma non ti abbattere, ce la farai! Metti il turbo e premi forte sull’acceleratore: pronta a sfrecciare alla grande?”

Già… Sono o non sono Wonder Woman infondo?
Sì, ma una Wonder Woman che sta ancora scontando i residui di un  raffreddore e di un mal di gola che la rendono fiacca e priva di slanci.
Forse è meglio ascoltare anche questa prima di uscire…

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Okay Wonder Woman, diamoci dentro ora!

Les Misérables [Tom Hopper]

Quando, poco dopo l’inizio del film, ho visto Anne Hathaway esalare l’ultimo respiro (perdonatemi lo spoiler, ma vi assicuro di non avervi guastato più di quindici minuti di film), mi sono detta: tutto qui? E per questa particina avrebbe vinto l’Oscar come miglior attrice?

Poi però, ragionando a mente fredda, rielaborando successivamente l’esperienza cinematografica appena vissuta (per usare parole famose: “ricollecting emotions in tranquillity“), mi sono accorta di non averla mai vista recitare in maniera così intensa e di non avere motivo di dubitare circa il premio assegnatole: se lo è senza dubbio meritato a pieni diritti.
La voce, poi! Una voce angelica come quella di un usignolo, leggiadra come il volo di una piuma. Mi ha sorpresa, lo ammetto, estasiandomi.
Tutte le protagoniste femminili, comunque, vantano voci straordinarie, senza nulla togliere agli uomini che, ovviamente, non sono da meno, ma i cui timbri vocali ho trovato, come dire… più convenzionali.
I pezzi che ho maggiormente apprezzato sono stati – come sempre quando si tratta di musical – quelli corali, di fortissimo impatto emotivo e spettacolare, quasi con un carattere epico che contribuisce a renderli indimenticabili.
Chi mi conosce bene sa perfettamente quanto adori i musical e poteva dunque facilmente aspettarsi che non avrei trascurato la visione di quello che, tra le altre cose, vantava anche diverse candidature agli Oscar. Seppur in extremis, sono riuscita ad andare a vederlo e ho fatto bene a dedicare alla sua visione uno schermo cinematografico di dimensioni adeguate al suo pieno godimento. Lo merita.
Le due ore e mezza, inoltre, non pesano, passano come niente e tengono fino l’attenzione alta fino all’ultimo minuto. Imponenti le ricostruzioni delle barricate, della città in preda alla rivolta e ai fermenti sovversivi. Qui prende le mosse quella che è una delle canzoni più affascinanti e coinvolgenti di tutto il film. Eccola a voi.
Non sentite il popolo cantare?

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