Diario di Viaggio: Portogallo. Parte I – LISBONA E SINTRA

Il Portogallo è un paese davvero affascinante. E posso affermarlo con una certa sicurezza anche dopo aver visto solo alcuna delle sue località più famose.
Ci sono piaciuti i suoi colori, la sua atmosfera, i suoi spazi e la rilassatezza delle persone che vi abitano. Si respira un’aria bohemien, con espressione artistiche che vanno dallo stile industrial al barocco, dall’estrosità architettonica a quella musicale. Insomma un paniere di creatività che ti strega già dopo pochi attimi.

Non ci è voluto molto per farci innamorare di Lisbona, stupirci di fronte a Sintra, sentirci a casa nella piccola Coimbra e venire poi catapultati in una dimensione vivace e carica di energia come quella di Porto.

Nel nostro percorso non abbiamo noleggiato un’auto ma ci siamo spostati con i mezzi, estremamente efficienti e quindi molto consigliati. Alcuni sono anche particolarmente economici. Praticamente tra aerei, bus, metro, tram, battelli, treni, pullman non ci siamo fatti mancare nulla!

In ogni caso condivido con voi l’itinerario che abbiamo studiato una settimana prima del viaggio per pianificare bene le distanze e le tappe. Chiaramente la pioggia – come quella che era prevista per la nostra partenza – potrebbe farvi cambiare i programmi: ma non disperate! Ci sono alcune attività che potete fare anche al chiuso.

GIORNO 1

Il nostro itinerario parte da Lisbona. Noi siamo arrivati in mattinata e abbiamo avuto quasi tutto il giorno a disposizione.

Visto il tempo incerto, ci siamo subito diretti a LX Factory, una zona molto industrial al di sotto del Ponte 25 do Abril e piacevolissima da visitare. È piena di graffiti su ogni parete, edifici in parte fatiscenti che hanno però quel fascino del recupero come locali, negozi, botteghe, ristoranti. C’è anche una costruzione di 3 piani che ospita negozi di artigianato, atelier d’arte, chioschi di abiti vintage.

A pranzo potete fermarvi a mangiare qualcosa proprio qui. Si trovano cucine tipiche dal mondo, ristoranti e street food di diversa provenienza. Ma soprattutto troverete la torta al cioccolato più buona del mondo, da Landeau: un biglietto diretto per il paradiso, per toccare il cielo con tutto il palato e poi riscendere più felici di prima. Magari abbinatela ad un caffè espresso, in Portogallo sanno farlo benissimo

Nel pomeriggio dedicatevi al centro, partendo da Praça do Comércio, una bellissima piazza delimitata da un lato dall’Arco da Rua Augusta e dall’altro lato dal fiume Tago. Più giù, verso l’oceano, si delinea il Ponte 25 do Abril e si staglia nitido il Cristo Rei, alto 110 metri dal piedistallo fino alla testa.

La Rua Augusta è la via commerciale di Lisbona: sulla sinistra, percorrendola dalla piazza, noterete l’Elevador de Santa Justa, mentre a destra inizia a inerpicarsi la zona dell’Alfama.

Consiglio di passeggiare tra le vie del quartiere più caratteristico di Lisbona e godervi i numerosi punti panoramici sui tetti della città. Il più famoso è il Miradouro de Santa Luzia, con la sua balconata ricca di azulejos e le fronde degli alberi che cadono dal soffitto.
Ma ci sono moltissimi altri affacci, come quello a Porta do Sol dove c’è anche un chioschetto per fare un aperitivo con vista. Non manca poi la mia visuale preferita: una fermata super pittoresca del tram 28 tra le casette colorate e qualche musicista che suona sul marciapiede.

Apriamo un secondo il capitolo tram, imperdibile e super caratteristico a Lisbona! Il 28 è la linea storica perché attraversa le stradine dell’Alfama, arrampicandosi lungo ripide salite e vie in curva. Ma ci sono anche altre linee: tutte molto rumorose e che corrono velocissime! Il 28 vi porterà fino a Sé de Lisboa, la cattedrale gotica, che si erge – indovinate dove? – in cima ad una salita.

Per una corsa sul tram, il biglietto singolo caricato su carta Viva Viagem costa €1,35. Consiglio di acquistare la card appena arrivati con il vostro primo traferimento dall’aeroporto alla città (qui ci sono dei suggerimenti su come raggiungere il centro appena atterrati). Se invece acquistate il biglietto a bordo il prezzo è leggermente superiore, cioè €1,50.

GIORNO 2

La mattinata ci siamo dedicati alla visita del Quartiere Belèm. Prima però abbiamo acquistato la Lisboa Card da 24 ore che, al costo di €22, include l’ ingresso al Monastero dos Jeronimos (da non perdere, foto di seguito), alla Torre di Belèm, all’Elevador de Santa Justa (solo per citarne alcuni.. ma ci sono veramente molti altri musei inclusi, come quello delle Carrozze e il Museo Nazionale degli Azulejos). Tra i benefit maggiori ci sono però tutti i trasporti pubblici, compreso il treno per Sintra (dove andremo il giorno dopo).
La Lisboa Card si può acquistare in qualsiasi momento e attivare nella prima biglietteria di utilizzo e da quel momento dura appunto 24 ore.

IMPORTANTE: Nonostante quanto vi dicano, la card non da diritto al “Salta Fila“, ma vale quanto un qualsiasi altro biglietto acquistato in anticipo. Da qui deriva il consiglio di arrivare presto al Monastero, almeno prima delle 10, perché altrimenti troverete una coda lunghissima. E poi, all’uscita del Monastero, vi aspetta un’altra fila per entrare nella Chiesa, che fa parte dello stesso complesso ma è gratuita.

Se andate alla Padrão dos Descobrimentos (e andateci) ammirerete un Monumento alle Scoperte davvero grandioso – alto 56 metri – sul quale potete anche salire. Lo consiglio vivamente perché si gode di una bellissima vista sulla piazza e si apprezza la grande rosa dei venti disegnata. Il Monastero, che prima appariva come un gigante, dall’alto si riduce notevolmente e si apre invece il panorama di tutti i giardini. Dall’altra parte lo sguardo spazia verso il ponte, il Cristo Rei e l’oceano aperto.
L’ingresso non è compreso nella Lisboa Card, ma questa dá diritto ad uno sconto: €4,50 anziché €6.

La Torre de Belem è invece compresa nella Card, ma tutto il fascino che ha all’esterno si perde molto al suo interno, trattandosi di un edificio con scopi militari e di difesa, dunque piuttosto spoglio. Ergo, risparmiatevi la fila e un paio d’ore abbondanti di visita perché, tra tutte le cose belle di Lisbona, la Torre è sopravvalutata.

Ecco, una vera cosa bella è la Pasteleria Pastéis de Belem. Anche qui c’è sempre gente, ma se siete fortunati, come noi, in 20 minuti ve la caverete! Il locale sforna tutto il giorno solo Pastéis de Nata, ve li daranno insieme a zucchero a velo e cannella: provate la seconda e ci lascerete il cuore.

Tornando in centro comodamente con i mezzi, potete dirigervi all’Elevador Santa Justa, che è altrettanto gratuito se avete la Lisboa Card. Peccato che anche qui, come sempre, c’è una fila importante e l’ascensore passa ogni 15 minuti.

Dritta: salendo qualche gradino e lasciandovi alle spalle l’Elevador, potete raggiungere lo stesso punto di arrivo con un ascensore gratuito all’interno di un piccolo negozio di souvenir. Questo vi porterà sulla terrazza ai piedi del Convento do Carmo e, salendo un’altra breve scala, conquisterete la vista tanto desiderata.

Questa parte di Lisbona mi è piaciuta moltissimo e anche qui scatta una nuova foto panoramica che si concentra più sui tetti che sul mare. Approfittate quindi per entrare nel Convento do Carmo. Come spesso accade quando qualcosa manca, è proprio nell’assenza che risiede tutto il suo fascino. In questo convento senza soffitto si specchia il cielo di Lisbona e le mura sfidano le altezze, rendendo tutto lo scenario particolarmente suggestivo.

Sul calar della sera, ma prima delle 20, potete visitare il Castelo de Sao Jorge, o almeno i suoi giardini, dato che dicono che ci siano sostanzialmente ruderi e rovine dell’antica fortezza che fu.

Consigli per il cibo: la prima sera abbiamo mangiato da Bastardo, in zona Rossio, una cena a base di pesce.
All’Alfama invece, da O Prego, abbiamo assaggiato il Picapau, un piatto tipico con carne di manzo tagliata a fette e saltata con aglio, alloro e birra o vino bianco. 
Assaggiate anche i Pasteis do Bacalau da Casa Portuguesa, che più che un locale di street food sembra una boutique di alta moda. O una gioielleria che espone sul proprio bancone, illuminati uno ad uno, queste crocchette fritte con baccalà e formaggio. È una catena quindi la troverete (un po’) ovunque.
Non potete perdervi poi il Time Out Market, un mercato dedicato a tantissimi stand e box gastronomici. L’idea è più o meno quella del Mercato Centrale a Roma o in altre città italiane, ma ancora più estesa. Potete quindi mangiare pizza, riso, pesce, sushi, carne, hamburger, crocchette, taglieri, dolci.
E infine i pasteìs, di cui abbiamo già accennato a Belém, ma che saranno i vostri compagni di viaggio per tutto il tempo. Fra tutti quelli provati, il primato di delizia di questi dolcetti favolosi se lo contendono quelli di Belèm con la cannella, e quelli di Manteigaria (che trovate sia a Lisbona che a Porto), sublimi da gustare tiepidi e non caldi, perché la crema vi ustionerà la lingua!

GIORNO 3 – Sintra e Cabo da Roca

Il terzo giorno sarà totalmente dedicato ad una gita fuori porta e, anche se non avete la macchina, non preoccupatevi perché i mezzi di trasporto e i collegamenti in Portogallo, come detto, funzionano benissimo. Potete affidarvi a Google Maps che sarà sempre molto attendibile.

Partite quindi di buona lena e prendete il treno per Sintra dalla stazione Rossio, dove arrivano e partono solo treni per Sintra (quindi non potete sbagliarvi). Nel nostro caso l’andata era inclusa nella Lisboa Card (quindi regolatevi con gli orari di attivazione e i giorni) e il tragitto dura circa 40 minuti.

Ora, leggendo guide prima di partire, non era mai ben chiaro come fosse fatta Sintra e come poterla visitare. Sintra è una vera e propria cittadina con il centro, la stazione, la posta, la scuola. Non è solo il Palacio da Pena.

Una volta arrivati in stazione potete prendere il bus 434 le cui fermate corrispondono ai maggiori punti di interesse della città. Il biglietto giornaliero costa €11,50 a persona, che può sembrare tanto (forse un pelino costoso lo è), ma include anche il bus per Cabo da Roca e viaggi illimitati sui trasporti.

Ma, prima di iniziare le visite, consiglio per gli acquisti… di colazione.

Dovete assolutamente fermarvi a Casa Piriquita dove farete una colazione con i fiocchi. Le loro specialità sono le Queijadas, crostatine tipo i pasteis de nata ma con il formaggio, i Travesserois di Casa Piriquita, i Pasteis de Sintra o di Santa Cruz. Il sito illustra benissimo la loro offerta.

Riconciliati da questo delizioso inizio di giornata potete salire sul bus e godervi le visite. Se dedicate a Sintra più di mezza giornata per poi andare a Cabo da Roca – come abbiamo fatto noi – dovrete per forza selezionare qualcosa. Non è possibile vedere tutto e potrete organizzare la visita a due siti, considerati i tempi per raggiungerli e le file.

Uno di questi siti deve per forza essere il Palacio da Pena, non perché è il più famoso, ma perché non esiste nel nostro immaginario collettivo un luogo simile. Quando siamo arrivati noi era circondato da nebbia, cosa che lo rendeva ancora più misterioso. Il castello, caratterizzato da queste facciate molto colorate e dai motivi gotici, si trova anche in una posizione inespugnabile. La particolarità è che dall’alto domina la valle, fino al mare, mentre dal basso quasi non si vede, nascosto e protetto com’è da fitti alberi.

Consiglio vitale e spassionato per la visita al Palazzo. Per accedere alle terrazze della fortezza, camminare lungo la cinta muraria e godere del panorama verso il Castello dei Mori è sufficiente il biglietto per il parco. Si tratta del biglietto più economico (€7,50) che comunque vi consiglio di acquistare online. Questo vi dà diritto a girare liberamente per gli spazi esterni del palazzo ed evitare la fila interminabile per l’interno (parlo di almeno un paio d’ore di attesa a metà settembre, fate voi). Noi per errore abbiamo fatto una mezz’oretta di coda, per poi capire che non era necessaria per il nostro biglietto!

Nella vostra selezione di cose da vedere potreste includere il Castello dei Mori o la Quinta da Regaleira, come abbiamo fatto noi.
Si scende di nuovo in paese con il bus e si raggiunge questa tenuta (questa è la traduzione del termine quinta in portoghese) molto suggestiva, dal gusto esoterico e dal fascino misterioso. Il palazzo sembra uscito da un film di mostri e stregoni, mentre il giardino riserva angoli e dettagli tenebrosi, grotte e passaggi segreti. Consiglio di perdervi tra i sentieri e il parco della tenuta, per scoprire scorci davvero magici.
Il biglietto costa €10 e si possono lasciare gli zaini all’ingresso. Nel giardino è presente anche un bar per fermarsi a mangiare.

Il pomeriggio, già che siete qui, consiglio di allungarvi fino a Cabo da Roca, il punto più ad ovest d’Europa. Prendete il bus 403 che parte dalla stazione di Sintra e vi porterà direttamente a destinazione in una mezz’ora abbondante.

Cabo da Roca é uno dei luoghi che più ho amato di tutto il viaggio, dove la natura, con solamente tre elementi – roccia acqua e vento – crea uno spettacolo magnifico. Le altezze delle scogliere con l’oceano che si infrange ai loro piedi, il vento tra i capelli, l’ampiezza della costa… sono qualcosa di vertiginosamente indescrivibile.

Non fermatevi solo al punto con la targa ma dirigetevi anche a sinistra. Inizierà un sentiero lievemente scosceso tra le rocce e panorami mozzafiato: i vostri piedi sembreranno pronti a tuffarsi in mare aperto.

Dritta per il ritorno: molti dei turisti aspettano il bus 403 diretto a Sintra, per poi tornare a Lisbona seguendo lo stesso percorso dell’andata. Questo rende quel bus super affollato. Potete prendere la stessa linea che però porta a Cascais. È più veloce e meno piena di gente! Da Cascais – che sarebbe come dire Ostia per Roma – c’è un treno diretto per Lisbona.

GIORNO 4

Il nostro ultimo giorno a Lisbona lo dedichiamo al Cristo Rei per godere di una visuale più vicina sul maestoso ponte.

Per raggiungere la Statua bisogna arrivare dall’altro lato del fiume. Potete prendere il battello dal molo di Cais Do Sodre – il biglietto è come quello di un bus – e in pochi minuti sarete a Cacilhas che è proprio un altro comune. La cittadina non è niente di che, quindi non vale la pena fermarsi a girovagare. Dal porto di Cacilhas potete prendere il tram 1 o 3 che vi porteranno in alto, poi servirà una passeggiata per giungere al santuario.

È possibile salire anche sulla cima del Cristo Rei (circa €6), ma secondo me non è necessario perché il miradouro alla base è già un bel piazzale che si affaccia su Lisbona e sul ponte. Per questa piccola gita, non servono più di due ore.

Nel pomeriggio, dopo un’ultima passeggiata tra Bairro Alto e Chiado, l’ultimo pastel e le ultime foto, salutiamo questa magnifica Lisbona e ci dirigiamo alla stazione di Santa Apolonia per prendere un treno diretto a Coimbra.

[…Segue Parte II]

Catania: un weekend tra caldo, cibo, musica e barocco.

Dall’aeroporto di Catania Fontanarossa, l’Alibus è lo shuttle bus che vi porterà direttamente in centro città. Noi siamo scesi alla fermata di via Etnea e abbiamo subito approfittato per fare colazione da Savia, uno dei caffè storici più famosi di Catania. Brioche e granita sono un must: tendenzialmente la brioche è ordinata vuota per inzupparla nella bevanda. Ovviamente non potete non provare i cannoli, un’altra sacrosanta istituzione in Sicilia.

Di fronte a Savia si trova Villa Bellini, un bel giardino costruito in salita e sede di molti concerti, specialmente in estate e per esempio in occasione del Catania Summer Fest.

Tornando su via Etnea e percorrendola in tutta la sua lunghezza, oltre a rendervi conto di camminare lungo la strada commerciale e dello shopping catanese, arriverete alla grande Piazza dell’Università che precede la Piazza del Duomo.
Tutto attorno alle piazze si affacciano chiese nel tipico stile barocco e palazzi costruiti con la tipica pietra lavica, simbolo della città ai piedi dell’Etna. Questo restituisce l’effetto di edifici “sporchi” o decadenti, dove il contrasto tra l’architettura più scura e i materiali più chiari è quanto rimane più impresso dei colori di Catania.

piazza duomo catania

In piazza Duomo si può esplorare la ricca cattedrale di Sant’Agata, salire sulla Badia, ugualmente intitolata alla Santa patrona, fotografare la Statua dell’Elefante con l’obelisco e la Fontana dell’Amenano che è chiamata dai locali “dell’acqua a linzolu” per il particolare effetto a cascata che viene creato.

Proprio alle spalle della fontana, dietro i tavolini molto vicini tra loro, si snoda l’antico mercato del pesce della città, la Pescheria, luogo del folclore catanese. Nella Piscaría, in dialetto siculo, si viene accolti dal vociare dei mercanti che vendono ogni genere di prelibatezza: frutta, verdura, spezie, aromi, insaccati, carne, prodotti caseari. L’odore del pesce fresco sale su fino agli ombrelli colorati e si fonde con quello di fritto e di cucinato, considerando che il mercato è pieno di locali di street food e ristoranti dove mangiare.

pescheria mercato del pesce di catania

Il primo giorno abbiamo mangiato da Scirocco, molto frequentato anche dai locali. E’ una piccola friggitoria tradizionale che offre solo prodotti siculi (quindi niente coca cola, per esempio). Il fritto misto è da provare, insieme al sandwich di pesce spada e agli arancini di mare (nero di seppia, frutti di mare, polpo).

scirocco

La domenica abbiamo sempre sostato al mercato – anche se un altro spot molto carino per mangiare Via Santa Filomena, una parallela di via Etnea, ricca di ristorantini di diverso genere – e pranzato da Fisharia. Qui abbiamo assaggiato la pasta ca muddica (ovvero alici e pangrattato) e gli involtini di pesce spada (ripieni di formaggio, uvetta e pinoli, e poi avvolti nel pangrattato).

Proseguendo il giro in centro, si passeggia per via dei Crociferi, e svoltando per le traverse, si può arrivare al Teatro Greco-romano, visitabile all’interno (il biglietto costa €6 a persona). Le testimonianze del periodo romano a Catania sono comunque disseminate in altri punti, per esempio presso gli scavi dell’Anfiteatro a Piazza Stesicoro o alle Terme Romane della Rotonda.

san nicola all'arena

Per tornare agli edifici ecclesiastici, personalmente ho apprezzato molto la Chiesa di San Nicolò l’Arena, sia per la facciata, che per il camminamento sulla grondaia della chiesa (il biglietto per salire e accedervi costa 3€ a testa) che nelle giornate terse riserva un panorama a 360 gradi sulla città, dal mare al vulcano.
La Chiesa, attigua al Monastero dei Benedettini, conserva anche alcune delle candelore che escono per la Festa di Sant’Agata, in onore della patrona cittadina, che non è proprio una cerimonia qualunque. Pensate, è la terza festa religiosa più importante al mondo, dopo la Settimana Santa di Siviglia e la Festa del Corpus Domini di Guzco in Perù, proprio per il numero di persone che coinvolge e attira.  Si svolge tutti gli anni dal 3 al 5 febbraio.

Scendendo e tornando in direzione Duomo, si può visitare il Castello Ursino, gemello del Castel del Monte pugliese in termini di architettura e periodo di costruzione. Attorno alla fortezza ci sono tantissime tavernette dove poter assaggiare la tipica carne di cavallo.

E qui (ri)apriamo il capitolo più significativo del weekend: il cibo.

Catania e Palermo si contendono il primato di città regno dello street food siciliano. Ma questo poco importa, perché in Sicilia, anche nell’angolo più remoto della regione, si riescono ad assaggiare e gustare prodotti unici.

Come già anticipato, la combo brioche – granita è assolutamente da ordinare; io consiglio anche di riempire la brioche con del gelato, non solo perché in Sicilia è buonissimo, ma anche perché il contrasto caldo-freddo della brioche appena sfornata è qualcosa di estremamente particolare.

colazione catania

Tornando ai cannoli, invece, anche se per me il vero e inimitabile Cannolo è con la ricotta, a Catania potete trovarli ripieni interamente di crema al pistacchio o di cioccolato.
Oltre a Savia, altri indirizzi per la colazione sono il Bar Pasticceria Spinella, su via Etnea, e Comis Ice Cafè, a Piazza Bellini. Sul lungomare, bar famosi sono Bar Mantegna e Bar Europa (N.B. Per andare sul lungomare, la passeggiata dal centro è lunga. Consiglio i monopattini elettrici sparsi in giro).

chiosco a catania

In giro troverete poi molti chioschetti dalle dubbie condizioni igieniche che servono spremute di arancia e di limone, oltre a preparare il caratteristico seltz limone e sale, super dissetante e, contrariamente alle mie aspettative, assai piacevole.

Infine, manca ancora il re della gastronomia siciliana: mr. Arancino. Scordatevi il solo classico gusto al ragù: qui si spazia dall’arancino alla parmigiana, a quello con pistacchio e speck, da quello ripieno di burro e prosciutto a quello con gli spinaci. Alle volte cambia anche la panatura, classica o crunchy. Li trovate un po’ dovunque, visto che molti bar sono anche rosticceria.

… Ah, dimenticavo la musica. Beh, la musica è ribellione, liberazione, unione. E se ballare è una mossa politica, allora vi ho già detto il motivo per cui siamo volati a Catania per un weekend.