Academy Awards 2012

Finalmente, dopo le condizioni di trepidante attesa in cui versavo nelle scorse settimane, il mio spirito è appagato.
Il 26 febbraio è giunto. La notte degli Oscar ha brillato nel cielo.

Queste le stelle più luminose.

MIGLIOR FILM
The Artist [Michel Hazanavicius]
The Tree Of Life [Terrence Malick]
Moneyball [Bennett Miller]
Paradiso Amaro [Alexander Payne]
Midnight In Paris [Woody Allen]
Hugo Cabret [Martin Scorsese]
The Help [Tate Taylor]
Molto forte, incredibilmente vicino [Stephen Daldry]
War Horse [Steven Spielberg]

MIGLIOR REGIA
The Artist [Michel Hazanavicius]
Paradiso Amaro [Alexander Payne]
The Tree Of Life [Terrence Malick]
Hugo Cabret [Martin Scorsese]
Midnight In Paris [Woody Allen]

MIGLIOR ATTORE PROTAGONISTA
Jean Duarjardin per The Artist
Brad Pitt per Moneyball
George Clooney per Paradiso Amaro
Demiàn Bichir per A Better Life
Gary Oldman per La Talpa

MIGLIOR ATTRICE PROTAGONISTA
Meryl Streep per The Iron Lady
Viola Davis per The Help
Rooney Mara per Millennium – Uomini che odiano le donne
Glenn Close per Albert Nobbs
Michelle Williams per My Week with Marilyn

MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONISTA
Christopher Plummer per Beginners
Kenneth Branagh per My Week With Marilyn
Jonah Hill per L’arte di vincere
Nick Nolte per Warrior
Max von Sydow per Molto Forte, Incredibilmente Vicino  

MIGLIOR ATTRICE NON PROTAGONISTA
Octavia Spencer per The Help
Bérénice Bejo per The Artist
Jessica Chastain per The Help
Melissa McCarthy per Le amiche della sposa
Janet McTeer per Albert Nobbs

MIGLIOR SCENEGGIATURA ORGINALE
Midnight In Paris [Woody Allen]
Michel Hazanavicius per The Artist
Annie Mumolo e Kristen Wiig  per Le amiche della sposa
J.C. Chandor per Margin Call
Asghar Farhadi per Una separazione

MIGLIOR SCENEGGIATURA NON ORIGINALE
Alexander Payne, Nat Faxon e Jim Rash per Paradiso amaro
John Logan per Hugo Cabret (Hugo)
George Clooney, Grant Heslov e Beau Willimon per Le idi di Marzo
Steven Zaillian, Aaron Sorkin e Stan Chervin per Moneyball
Bridget O’Connor e Peter Straughan per La talpa

MIGLIOR SCENOGRAFIA
Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo per Hugo Cabret
Laurence Bennett e Robert Gould per The Artist
Anne Seibel e Hélène Dubreuil per Midnight In Paris
S. Craig e S. McMillan per HP e i Doni della Morte: Parte II
Rick Carter e Lee Sandales per War Horse

MIGLIOR COLONNA SONORA
Ludovic Bource per The Artist
John Williams per Le avventure di Tintin -Il Segreto Dell’Unicorno
Howard Shore per Hugo Cabret
Alberto Iglesias per La talpa
John Williams per War Horse

Ebbene, che dire?
Il delizioso Midnight In Paris ha vinto un premio di tutto rispetto: la miglior sceneggiatura originale. E bravo Woody!
Il caro Hugo Cabret ha portato a casa cinque statuette sulle undici alle quali era candidato (statuette tecniche).
The Artist ha fatto lo stesso, aggiudicandosi, però, i tre premi più ambiti.
In un’era di effetti speciali e 3D, un film muto ed in bianco e nero si è imposto vincitore al Kodak Theatre di Los Angeles.

(Per gli assetati di cinema, questo –> Academy Awards 2011 è il post relativo alle nomination ed ai premi dell’anno scorso)

Hugo Cabret [Martin Scorsese]

Un metafilm. Il cinema che parla di cinema. Un film che tratta di sè stesso.
E lo fa in una maniera del tutto originale: raccontando la storia di un orfano che vive nei recessi della stazione ferroviaria di Parigi dedicando il suo tempo alla riparazione di orologi, E che orologi! Proprio quelli che scandiscono la vita della stazione, quelli che regolano gli incontri tra i viandanti, le dipartite di cari e familiari, gli addi di amici ed amanti.
Se non ci fosse Hugo con i suoi ingegnossimi strumenti a monitorare l’andamento degli orologi, chi stabilirebbe gli orari di partenza ed arrivo dei treni, quelli pattuiti per appuntamenti o ancora quelli di chiusura dei vari e piccoli esercizi commerciali le cui serrande si aprono lungo i viali dell’enorme stazione centrale?
Ebbene, tra questi esercizi, uno in particolare attira l’attenzione del nostro Hugo Cabret (sì, “nostro”, perchè il personaggio di Hugo, già dopo i primi minuti d’inizio della pellicola, riesce ad apparire molto familiare). Si tratta dell’emporio di giocattoli, oggetti d’antiquariato, marchingegni e gozzoviglie varie del favoloso Ben Kingsley, personaggio che svela sè stesso solo al termine di questa adorabile storia. E che dire della magica biblioteca e del suo interessantissimo custode?
Insomma, appare abbastanza chiaramente che una delle caratteristiche peculiari del film sta nella vivace presenza di diversi “tipi”, figure e storie che si dispiegano sullo sfondo di una colorata stazione e alle quali lo spettatore si affeziona alla pari dei due tenerissimi protagonisti. Lui, il geniale e malinconico Hugo Cabret e lei, Isabel, l’amica avventuriera imbevuta della lettura di classici, nonchè strettamente legata a Papà George, nientepopodimenoche il proprietario del bazar di cianfrusaglie.

Va bene, niente più dettagli in merito alla trama. Renderebbero poco godibile il film e questo piccolo capolavoro non lo meriterebbe.
Capolavoro in quanto, a mio avviso, solo le atmosfere, le scene, le immagini potrebbero fare il film. Se fosse una pellicola muta, poco importerebbe. Ma non sottraetegli la macchina da presa perchè lo uccidereste.
Due sono gli elementi che principalmente mi hanno colpita. Primo: le inquadrature. Profonde, mai piatte, neppure nei frequentissimi primi piani. Secondo: i fumi, le esalazioni, i vapori. I fumi sudici delle fognature, quelli aromatizzati della pipa. I fumi densi delle locomotive, quelli fragranti delle briosches appena sfornate. Nuvole di condensa che fanno da sfondo ad ogni sequenza, contribuendo a creare quell’atmosfera onirica tipica delle favole, distintiva dei sogni.
E di cosa si tratta, in definitiva, se non di questo?

Aaaaaah, il potere del cinema…!