Pulsazioni

Accettiamo, contempliamo ed ammettiamo la presenza di pulsazioni contrastanti nell’animo umano, l’esistenza di sentimenti diversi, antitetici, complementari ma non esclusivi.
Questa è la nostra vera natura, e sfido chiunque a dichiarare il contrario.

L’uomo non sa ancora riconoscere il bene dal male, è governato da istinti primordiali e desideri ancestrali che lo portano ad agire all’ombra di ogni razionalità, all’oscuro dal lume della ragione, nelle tenebre di un percorso tetro e inesplorato che si addentra in terre selvagge ed incolte.

Il buio non è solo assenza di luce, pericolo da temere, paura puerile da ricacciare. Il cuore sa essere tanto cupo quanto limpido, la mente tanto buia quanto illuminata. Impariamo a convivere con le tenebre, apprezziamo e coltiviamo la nostra oscurità perché non esiste pianeta completamente e perennemente rivolto al sole, non esiste angolo del mondo che riceva sempre la luce.

Accettiamo, contempliamo ed ammettiamo la presenza di emozioni agli antipodi, distanti tra loro eppure così vicine, simili ma contrapposte, chiare, nette e perfettamente riconoscibili, sebbene spesso ignote, inconsapevoli e incontrollabili.
Perché l’essenza dell’uomo sta nel continuo conflitto tra i sentimenti e la ragione, l’istinto ed il buon senso.
Una straziante ed incessante tempesta, che infuria in una maremoto senza fine.

Pulsazioni. Convulsioni. Contorsioni.
Questo è ciò che siamo dentro.
In quanto al fuori, è una pura questione di facciata e di chi sa meglio adornarla per nascondere un simile intimo tormento.

La delusione, il vuoto dell'anima

[…] Nothing beside remains. Round the decay
Of that colossal Wreck, boundless and bare
The lone and level sands stretch far away.
Percy Shelley, Ozymandias

Niente.
Non c’è più niente da fare.
Chiuso, morto, sepolto.
Eppure fino a poco fa una piccola speranza c’era, uno spiraglio di luce al quale mi tenevo stretta, aggrappata, convinta che si sarebbe poi spalancata la porta dalla quale trapelava tale luce.
Invece adesso il buio. L’oscurità totale, l’oblio.
Non che non abbia provato, tentato, giocato tutte le carte.
Non mi sono arresa, no. Ho lottato, ho ottenuto una rapida quanto fugace soddisfazione, foriera di una tenue speranza poi brutalmente delusa.
E ora? Non c’è spazio che per la rassegnazione, la dura accettazione di qualcosa che non si riesce a concepire. L’apatia. Il disinteresse verso tutto il resto. L’indifferenza. La malinconia. Il disgusto.
Le giornate di sole non scacciano la nostalgia ed i brutti pensieri. Anzi. Non faccio altro che tornare con la mente a quei momenti di euforia, esaltazione, aspettativa, trepidazione. Memorie spensierate, ricordi di occhi che brillavano, di immagini che galoppavano lontano.
Nulla di tutto questo esiste più.
Il deserto forse? Magari, neanche quello. Significherebbe essere in attesa di qualcosa, di una fioritura o di un più atroce destino.
No, non ho più nemmeno la possibilità di aspettare, non godo del diritto di sperare.
L’orologio si è fermato, le sue lancette si sono atrofizzate.
Io sono caduta in un baratro e non vedo alcuna luce.