Leggende metropolitane

Turisti chiassosi, tutti berretti, pantoloncini e sandali, si spalmano a vicenda la crema solare sulle loro pelli bianche, già arrossate nei sottorranei della città senza aver nemmeno visto la luce.
Stormi di orientali cinguettanti suoni incomprensibili migrano dietro ombrelli e biandierine puntati in alto da un guida la cui statura è tutto fuorchè alta.

ROMA, Linea A, direzione Battistini, fermate di Lepanto e Ottaviano – Musei vaticani. 
In una giornata di pioggia.


Romani veraci urlano al telefono mentre camminano avanti e indietro per il vagone.
Famiglie Rom salgono a bordo con tutto il loro equipaggiamento acustico di ultima generazione, completo del bicchiere di cartone rubato alla Coca cola del Mc Donald’s.
Baldi lavoratori con zainetto del computer in spalla o rigida ventiquattrore tenuta salda nella mano destra scendono alla fermata dove li aspetta il grigio e monotono pulmino della navetta aziendale.

ROMA, Linea B, direzione Laurentina, fermate di Garbatella, Eur Magliana e Eur Fermi
Una qualsiasi mattina di un qualunque giorno di lavoro infrasettimanale.


Extracomunitari accaldati, pelli maleodoranti, capelli nauseanti, prendono possesso del vagone circondati dal loro impero di conquiste date da carrelli, sacche, scatoloni e bustoni ricolmi di vestiti e cianfrusaglie.

ROMA, Linea A, direzione Anagnina, fermate di Anagnina
Una calda giornata di primavera.


Pendolari assonnati, stanchi, disperati.
Studenti universitari dal primo all’ultimo esame, dal volto assente, dallo sguardo spaesato, nelle tasche un iPod, nelle orecchie l’eco di tante parole.
Anziani signori e signore sedute con la testa tra le mani, il cappello calato sulla fronte, il rossetto sbavato sui denti, il sacchetto della spesa fra le gambe, riempito giusto alla fermata precedente.

ROMA, Linea B1, direzione Jonio, fermate di Policlinico, Bologna e Conca d’Oro.
Una qualsiasi ora di punta in qualunque giorno della settimana.

Tutte le strade portano a Roma

Le strade del signore sono infinite. Ma non crediate che a Roma sia tanto diverso.
Sono 24 anni che vivo in questa città e ancora ci sono strade che non ho mai percorso, quartieri che non ho mai frequentato e zone che non ho mai conosciuto.
Sarà che ognuno costruisce la propria vita intorno alle sue esigenze, alla sua famiglia, alle amicizie, al lavoro e, al di là delle aree più o meno rinomate per lo shopping, il passeggio, i locali notturni, non sempre si ha occasione di familiarizzare con parti di città con cui non si coltivano legami.
Il risultato è stato che ieri, quando il navigatore mi ha condotto attraverso alcune strade per me ignote, mi sono stupita di quanto Roma possa essere diversa nel raggio di qualche chilometro. Innumerevoli sono i volti di questa città, molteplici le manifestazioni, incredibile anche la folla umana che popola zone così differenti e che le riflette indubbiamente nel modo di vivere quotidiano, nel modo di camminare sui marciapiedi, nel modo di guidare credendosi i padroni del regno, nel modo di conversare animatamente con il proprio vicino di passeggio. Nel modo di parcheggiare o posteggiare in doppia fila! Davvero cose dell'altro mondo. E le previsioni del tempo? Completamente sballate da zona a zona.
"Ma qui da me non è piovuto", una tipica frase che può essere estrapolata da una conversazione tra due romani qualunque.
Gli eterni stereotipi di Roma nord e Roma sud, gli imbattibili 80 km di GRA, che in altre località d'Italia corrispondono alla distanza tra due province.
Il lido di Roma, Ostia, per fare in modo che la capitale affacci sul mare ("Mamma, ma Roma è bagnata dal mare?" Vi sfido a rispondere ad una domanda simile), sebbene Ostia sia quasi una cittadina a sé per le sue vaste dimensioni.
Eppure siamo sempre qui, siamo sempre a Roma. Capitale e capitana. Città eterna e caput mundi.
In fondo "tutte le strade portano a Roma", così si dice? Ma Roma stessa porta ad infinite strade, al suo interno e fuori di essa, strade tutte da scoprire.
Roma, città dai mille universi. Direi che è il luogo che fa effettivamente al caso mio.