Diario di viaggio: Anagni e Rocca Massima

Rocca Massima è la località che scegliamo come base per il nostro weekend fuori porta nella provincia di Latina.

L’attrazione principale di Rocca Massima è il Volo del Falco Pellegrino, Flying in the Sky, un cavo d’acciaio sorretto da due piloni, lungo 2.225 metri e sospeso ad un’altezza massima di 310 metri dal suolo il cui dislivello è di 350 metri. Insomma, pare che sia la zipline più lunga del mondo. Il volo può essere fatto singolarmente (€35) o in coppia (€60) e nel biglietto è compresa tutta l’attrezzatura e l’imbracatura necessaria per lanciarsi senza, ovviamente, alcun pericolo.

La nostra esperienza viene resa ancor più adrenalinica di quanto già non sia grazie al vento a sfavore: la corrente ci rallenta, infatti, poco prima di giungere al traguardo, frenando la nostra discesa e spingendoci nuovamente indietro, con il risultato finale di lasciarci sospesi in aria per dieci minuti buoni. Tempo ideale per ammirare, da un punto di osservazione insolito, il paesaggio collinare che si estende ai nostri piedi e che a tratti è roccioso, a tratti ricco di vegetazione e di alberi di ulivo in particolar modo. Ecco che ad interrompere la nostra permanenza a mezz’aria giunge in soccorso un atletico ragazzo dello staff, trainando la bellezza di 132 kg fino all’arrivo.

Nel pomeriggio ci dirigiamo verso Anagni, nota come Città dei Papi per aver dato i natali a quattro pontefici (Innocenzo III, Alessandro IV, Gregorio IX e Bonifacio VIII) e per essere stata a lungo residenza papale.

Da Porta Cerere accediamo al centro storico, spiccatamente medioevale e deliziosamente conservato. Camminiamo parecchio, ma non ce ne rendiamo nemmeno conto, rapiti come siamo dalle architetture degli edifici, tutti contraddistinti dalle tipiche finestre a bifora che sono state il più delle volte mantenute nelle loro forme originali. 

Nel palazzo che ospita il Municipio facciamo una breve visita alla mostra fotografica dedicata alla I Guerra Mondiale, di cui quest’anno ricorre il centenario (a maggior ragione, poi, che ci troviamo prossimi al 4 novembre, sicuramente una data emblematica per quella pagina di storia). 

Raggiungiamo infine la sommità del paese dove incontriamo il Palazzo Papale di Bonifacio VIII, teatro del celebre episodio passato alla storia come “Lo Schiaffo di Anagni“, e il Duomo di Anagni. Ci godiamo la piazza così silenziosa ove si affacciano entrambe le strutture e sopratutto apprezziamo il passaggio dalla luce del giorno a quella rossastra dei lampioncini, testimoni del calar della sera (e di un’umidità non da poco).

Torniamo sui nostri passi per concludere la giornata con una ottima cena alla Locanda dell’Arcangelo di Rocca Massima, la stessa struttura che ci ospiterà per la notte nelle stanze del B&B.

Al mattino, la visuale che spazia su buona parte della provincia di Latina e che si gode dal paese così elevato di Rocca Massima non lascia presagire tempo positivo per la giornata.
Dopo una abbondante colazione (chi mi conosce sa che a colazione non mi risparmio) a base di confetture fatte in casa, crostate, tortine alle visciole e croissant, ci dirigiamo verso Ninfa con l’intenzione di visitare i famosi Giardini. 

[To Be Continued…]

 

Diario di viaggio: gita fuori porta a Viterbo

Succede che hai voglia di passare una giornata diversa.
Succede che desideri ogni tanto uscire dalla tua routine, dalle abitudini e dagli impegni ricorrenti del tuo fine settimana. Perché il mio fine settimana, dopo tutto, non è mai così libero e vacanziero come dovrebbe essere.
Succede che con un messaggio della tua amica organizzi nell’arco di poche ore una gita fuori porta per il sabato successivo, avverti tutti che quel giorno non ci sarai e parti alla volta dell’esplorazione di luoghi vicini, eppure non troppo conosciuti.
Viterbo, sede papale nel XIII secolo, è una cittadina che sicuramente merita una visita. Così come la merita tutta la sua provincia, la zona della Tuscia, ricca di siti archeologici e scavi risalenti all’epoca etrusca, ma anche di borghi medioevali e splendidi paesaggi naturali, lacustri e rurali. Meritano attenzione indubbiamente le località di Tuscania, Nepi, i paesini che sorgono attorno al lago di Bolsena (Marta, Capo di Monte), così come la bellissima Civita di Bagnoregio,  ma anche Tarquinia, Bomarzo, il comune di Farnese e Bagnaia con Villa Lante (teatro delle riprese della serie The Young Pope).
Ma non divaghiamo, Veronica, nella tua insaziabile voglia di esplorazione. Torniamo a noi…
La nostra giornata inizia proprio da Viterbo, che ammiriamo protetta dalle sue mura nella Valle di Faul, dalle quale saliamo in città mediante comodi ascensori che emergono nella zona di San Lorenzo, il fulcro del centro cittadino.
Qui si trova il polo museale composto dalla Cattedrale di San Lorenzo, con la sua torre campanaria gotica, che di certo ricorda lo stile di Orvieto o di Siena nelle decorazioni della parte superiore. Accanto al Duomo si erge il Palazzo dei Papi che vanta una splendida loggia ed una vista straordinaria sulla vallata sottostante, come a dominare, dalla quella posizione così strategicamente elevata, il territorio ai suoi piedi.
Proseguiamo verso Piazza della Morte, lasciandoci alla spalle Piazza San Lorenzo, senza mai, però, distogliere lo sguardo da quel punto così nevralgico costeggiato da resti di mura etrusche.
Ci perdiamo nel quieto, antico ed integro quartiere medioevale San Pellegrino, domandandoci se le quelle viuzze strette, fiancheggiate da ballatoi, finestre ogivali, archi e merletti siano sempre così deserte e silenziose. Incontriamo abitazioni caratterizzate da quello che Wikipedia mi suggerisce essere chiamato profferlo,  ovvero la scala a vista tipica dell’architettura viterbese. Notiamo diversi edifici abbandonati, strutture dalle mura visibilmente antiche che ora ospitano bed & breakfast e case vacanze, fotografiamo scorci che non possono non essere immortalati. Poi, sapete, io adoro tutti quegli angoli appartati incorniciati da piante che si arrampicano sui muri e da lampioncini che flebilmente illuminano il passaggio…
Attraverso Porta Romana e percorrendo la strada che sembra essere il Corso della città, raggiungiamo Piazza Plebiscito, espressione dell’architettura civile che si manifesta negli edifici del Municipio e della Prefettura.
Dopo una sosta pranzo a San Martino nel Cimino, torniamo verso i nostri passi dirigendoci verso il Lago di Vico (dove non veniamo risparmiate dall’umidità che si avverte durante una breve passeggiata sulla spiaggia), attraversando Ronciglione e fermandoci poi a Sutri, dove qualche anno fa avevo già visitato il bellissimo Anfiteatro (lo racconto qui).
C’è una piazza, con una fontana, e una porta, dalla quale si accede alla piazza. E ci sono persone, più o meno giovani, che si incontrano e si salutano, si fermano mentre camminano, mentre siedono al bar per prendere un caffè o mentre accompagnano un nipote a comprare le figurine.
C’è un ritmo della vita alla quale non siamo abituati, e una familiarità tra la gente che non sappiamo più apprezzare.
C’è la luce del giorno quando arriviamo e, poco dopo, scende la sera con i suoi bagliori giallastri: la piazza, con la fontana e la sua porta, diventa quasi una cartolina d’altri tempi e Sutri la scena di un film stampata su una pellicola color seppia.