Andare in tilt. 

Ultimamente non ho avuto molta voglia di scrivere. Eppure di stimoli ne ho ricevuti parecchi.
Input, spunti, scintille che avrebbero potuto far scattare un’ispirazione ma che evidentemente non hanno solleticato al punto giusto la mia immaginazione.
Credo che sia questione di periodi.
Alle volte la mente è proattiva. Libera, creativa e ballerina. Pronta ad incamerare gli impulsi del mondo e tramutarli in testi che nascono già con una loro logica ed un senso compiuto.
Altre volte la mente è pigra. Spenta, malinconica e assente. L’attività cerebrale genera pensieri, troppi, che si accavallano e si arrampicano gli uni sugli altri, senza apparenti connessioni.
È questa la fase più deleteria, la zona più pericolosa, perché i troppi ragionamenti non conducono che a paturnie, fisime, elucubrazioni, le quali generano a loro volta ansie, paure e aspettative spesso deluse.
Scrivere è sempre stato un antidoto, i pensieri costretti in parole sfuggono al loro incerto vagabondare, i concetti sconnessi che prendono forma in verbo evitano di costruire castelli di carta l’uno sull’altro, senza curarsi delle inesistenti fondamenta.
Scrivere per me è essenziale, scrivere è terapeutico, ma è come se negli ultimi tempi avessi rigettato la cura e deciso di guarire da sola, se in fin dei conti di un male si tratta.
Ribadisco che di certo è solo un periodo di assenza, disfunzionamento o, all’opposto, di eccessiva attività mentale che mi tiene concentrata su futili pensieri, privandomi però della minima forza necessaria per buttar giù qualche riga.
Che la forza sia con te, mia piccola blogger dalla testa dura. Perché quando inizi a scrivere – lo vedi da te – niente ti ferma più.

rawpixel-com-274862
Photo by rawpixel.com on Unsplash