Diario di viaggio: Svizzera tedesca

Segue da: Diario di viaggio: Milano e Canton Ticino

1 settembre, lunedì.

Lasciamo a malincuore il soleggiato clima di Lugano per dirigerci verso nord, dove si annunciano piogge e dieci gradi di meno. In realtà arrivati a LucernaDSC 341 siamo più fortunati del previsto. Il cielo non è certo limpido, ma quantomeno ha un colore che si avvicina molto all’azzurro. Questo fino all’ora di pranzo, quando nuvoloni grigi e minacciosi avanzano sopra i tetti della città.
Come la maggior parte delle cittadine svizzere, Lucerna (Luzern) si affaccia su un lago, lago che diventa fiume una volta che si addentra nella città, scorrendo sotto svariati ponti, uno più bello dell’altro. I più particolari sono però due ponti di legno che emanano un odore intenso ed avvolgente, tipico di questo materiale da costruzione. Pare che siano stati distrutti da un incendio e poi ricostruiti esattamente come erano prima.
Attraversati i ponti si entra nella parte più suggestiva della città. Ogni via ha un fascino tutto da scoprire e trasmette un senso di ampiezza, serenità, respiro. Oltre all’ordine e alla pulizia delle strade, non si può far a meno di camminare con lo sguardo verso l’alto: le facciate dei palazzi sono uno spettacolo, ognuna diversa dalle altre, intervallate da torri e campanili che appartengono talvolta a chiese, fortezze, o al municipio (Rathaus). Dopo una camminata per il centro e le sue piazzette, ci fermiamo sul lungolago per consumare uno spuntino acquistato da Bachmann.DSC 350
Una parentesi sulle Bäckerei. Io adoro questi “fornai” svizzeri e tedeschi. Sono un po’ come le nostre panetterie ma dieci volte superiori. Vendono pane di ogni sorta (integrale, bianco, nero, ai cereali, ai semi di zucca, alle olive, alle noci, alla pancetta, al lardo, al sesamo…) , brezel dolci e salati, ripieni o guarniti con formaggio, rustici, torte salate e tutta una serie di leccornie realizzate con una pasta sfoglia divina, che si scioglie in bocca.
Terminato lo spuntino e ricaricati di calorie, intraprendiamo la salita verso le mura della città, dalle quali – chevvelodicoaffare – la vista sui tetti di Lucerna è spettacolare ed il lago sembra non avere confini.
Prima di riprendere la macchina in zona Kesselturm, dietro al Luzerner Theater, passeggiamo ancora qualche minuto per i viali ariosi della città che tanto mi sono piaciuti ed assaporiamo quel buonissimo odore che capiamo essere di pane e di forno (con tanto burro, eh sì!) che si respira nell’aria.
Arriviamo a Zurigo dopo circa un’oretta. Qui ci attende il fratello del mio ragazzo che ci ospiterà per i prossimi tre giorni.

2 settembre, martedì.

Oggi è il giorno dedicato alle cascate del Reno: der Rheinfall. Il sito turistico è localizzato poco più a nord di Zurigo, presso la cittadina di Sciaffusa (Schaffhausen), vicinissima al confine con la Germania. Lo spettacolo che si presenta ai nostri occhi appena scendiamo è qualcosa di indescrivibile, DSC 399impossibile da raccontare se non lo provi. Okay, non sono le cascate del Niagara, ma vi assicuro che qui l’acqua fa paura ugualmente. Il fiume esegue un unico e poderoso salto, sprigionando tutta la forza che ha in sé e facendosi sentire anche a svariati metri di distanza. Ci sono diversi punti panoramici (piazzole, balconcini, camminamenti) che consentono di ammirare le cascate da vicino, così come è possibile acquistare un giro in barca per arrivare proprio sotto il salto e quasi penetrare le cascate con le dita. Altra alternativa ancora è quella di scendere con un ascensore panoramico fino ad una balconata a picco sulle cascate per avvertire l’acqua nebulizzata che bagna i capelli ed i vestiti. Noi ci siamo accontentati di una lunga passeggiata intorno alle cascate, passando prima alla sinistra del salto, superando poi un ponte ferroviario attrezzato anche per il transito dei pedoni, arrivando alla fortezza che domina il Reno e riscendendo sulla destra, attraverso un bosco profumatissimo e costeggiando il fiume che, dopo la cascate, scorre più mansueto.
E’ quasi ora di pranzo quando decidiamo di salutare questo posto magnifico e DSC 434farci un giro nella vicina Sciaffusa, città di stampo medioevale che si rivela deliziosa. Pranziamo con Cervelat e Bratwurst insieme a due Brezel (al modico prezzo di 21 franchi!!!) e passeggiamo per il centro, facendo particolare attenzione alle fontane, sormontate da statue che ritraggono personaggi stravaganti, “erogatori” di acqua dai posti più impensati. Rifocillati e riposati, affrontiamo la salita verso Munot, una fortezza costituita in realtà da un unico bastione centrale, spoglia ed impenetrabile, ma dal fascino incredibile. Con una scala a chiocciola arriviamo fino alla sommità e ci godiamo il panorama, adocchiando il Reno ed i campanili. Scendiamo attraversando un parco e ci ritroviamo davanti alla Münsterkirche. Breve pausa fotografica e poi dritti verso la macchina lasciata nei pressi della stazione.

3 settembre, mercoledì

In mattinata sbrighiamo alcune commissioni a Jestetten in Germania ed intorno all’ora di pranzo (questa volta pranziamo all’ora locale, tra le 12 e le 12.30) ci rechiamo a Baden, una località termale a 25 km circa da Zurigo. La struttura e l’architettura ricordano molto le cittadine già viste, ma non ci stanchiamo mai di ammirare gli edifici che ci circondano. DSC 455Come a Lucerna, anche qui troviamo un ponte legno con il quale attraversiamo il fiume Limmat (lo stesso che scorre a Zurigo) e dove respiriamo il forte odore di legno bagnato. La parte più particolare della cittadina si trova al di sotto di un ponte dove è stato realizzato un parco di bambini con giochi e divertimenti inusuali: niente altalene, dondoli o scivoli. Lo scivolo c’è ma è lungo 10 metri; ci sono poi arrampicate, trincee, tappeti elastici, ponti di corda sospesi in aria, una trivella per giocare con l’acqua ed un trattorino meccanico per divertirsi con la sabbia.
Nel pomeriggio andiamo invece a fare due passi per Zurigo, città che avevo già visitato in precedenza ma che onestamente non ricordavo bene. Posteggiamo vicino l’Hauptbahnof ed entriamo in città percorrendo laDSC 487 Niederdorfstraβe, viuzza piena di locali etnici e ristoranti. Passiamo a camminare poi lungo la Limmat e da lì fotografiamo la cattedrale di Zurigo, riconoscibile per le sue “torri gemelle”; proseguiamo il tour fino al lago, dove non ero mai arrivata. Qui si apre un altro spettacolo ai miei occhi. Il lago di Zurigo è uno dei più grandi della Svizzera ed appare infatti sconfinato. E’ proprio osservando il lago che inizio a realizzare la grandezza della città della quale non mi ero mai resa conto. Sicuramente è da tornarci, visto che mi manca ancora un bel pezzo.
Per concludere la giornata e l’intera vacanza, ceniamo in un locale tipico svizzero, realizzato all’interno di una vecchia armeria e alle cui pareti vediamo affissa la balestra di Guglielmo Tell (il tipo della mela, per intenderci). Nella Zeughauskeller mangiamo il pane tipico, il Brötli, il contorno tipico fatto con patate arrostite in padella insieme al burro, il Rösti, ancora Cervelat e stinco di maiale.

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Il nostro viaggio termina qui, dopo più di mille chilometri percorsi e dopo aver visitato località bellissime. La Svizzera è una nazione da vedere, da assaporare, da farsi entrare nel cuore e nell’animo. E’ così vicina all’Italia eppure così diversa. Sarà che sono un po’ svizzera inside, ma credetemi: ne vale veramente la pena.

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