Diario di viaggio: Salentu, lu sule, lu mare, lu ientu.

Il Salento è la regione della Puglia che corrisponde alla provincia di Lecce e dunque al tacco del nostro stivale. Santa Maria di Leuca è esattamente il DSC_0253punto più a est della penisola e noi l’abbiamo visitata qualche anno fa.
In questa settimana siamo tornati nel già esplorato Salento e ci siamo stabiliti in una fantastica masseria del ‘500 nella campagna a largo di Presicce, a pochi chilometri da una delle località più rinomate della zona: le Maldive del Salento. Il tratto di costa tra Torre Vado, Pescoluse e Marina di Salve è denominato in questo modo così “esotico” per via delle lunghe spiagge sabbiose dai granelli sottili di colore dorato e per l’acqua cristallina, che brilla come un diamante quando è colpito in pieno dal sole con le sue tinte dall’azzurro al blu scuro ed una limpidezza da togliere il fiato. Abbiamo trascorso diversi giorni della settimana a mollo in questo mare così magico e distesi su questo paradiso di spiaggia. Lunedì e giovedì, tuttavia, ci siamo diretti verso altri lidi, in particolare a Porto DSC_0272Selvaggio, una caletta incastonata tra la roccia ed un luogo incontaminato immerso in un parco naturale appena a nord di Gallipoli, e Lido Pineta, spiaggia dalla sabbia chiara racchiusa in una bellissima cornice naturale e protetta da una pineta attrezzata con aree relax, bar, tavoli, amache, sala giochi e playground per i più piccoli. Devo dire che la pineta ha protetto anche la nostra pelle, ustionata dal sole caldo dei giorni precedenti, e ci ha regalato una giornata di svago e di fresco.
Lecce, regina del Salento e nota come la “Firenze del sud”, è stata oggetto della nostra visita l’ultimo giorno di permanenza in Puglia. Il centro storico si gira in una mattinata ed è veramente delizioso. Non mi aspettavo una città del sud così curata, pulita e ben presentata (le indicazioni turistiche così come i punti informazioni abbondano… Peccato che aprano tutti con comodo, dalle 9.30 in poi!). La nostra visita inizia intorno alle 8.30 quando le temperature permettono ancora di camminare freschi senza che il caldo DSC_0375ci sottragga energie. Iniziamo dalla Piazza del Duomo che si apre inaspettatamente dalle strette viuzze del centro. Lo stile architettonico predominante è il barocco leccese, caratterizzato dalle tipiche decorazioni opulente, dallo sfarzo e da motivi naturalistici esuberanti e reso particolare dall’uso della pietra leccese come materiale da costruzione. Percorrendo il corso, dove non possiamo far a meno di notare le botteghe di artigianato locale ed il trionfo della lavorazione della cartapesta, raggiungiamo Piazza Sant’Oronzio, la piazza laica in contrapposizione al luogo di riferimento ecclesiastico di fronte al Duomo dell’Assunta. Sulla destra della piazza ammiriamo le rovine di un anfiteatro romano di epoca augustea, impiegato durante l’estate per rassegne e spettacoli. Fotografiamo poi dall’esterno il castello Carlo V, così chiamato in onore del sovrano che decise la sua costruzione, e, studiando la mappa, ci facciamo un’idea della sua struttura con i quattro bastioni ai lati. Torniamo sui nostri passi lungo Corso Matteotti e facciamo una deviazione che ci consente di visitare le rovine del teatro romano, da tenere distinto dall’anfiteatro in quanto la sua funzione nell’antichità era diversa: l’anfiteatro ospitava le lotte dei gladiatori e tutto ciò che era destinato al sollazzo del popolo; lo spazio scenico teatro era invece dedicato alle rappresentazioni teatrali rivolte alle élite. Terminiamo il nostro giro con una visita alle chiese di Sant’Irene e Santa Croce, per poi riprendere la macchina parcheggiata alla Stazione di Lecce.DSC_0424
Parlando di Lecce non è possibile non citare una splendida scoperta che abbiamo fatto riguardo questa bella città: il pasticciotto. Si tratta del dolce tipico leccese, una meraviglia della pasticceria, il vertice più alto dell’arte dolciaria, una squisitezza per il palato ed un appagamento di qualsiasi appetito nello stomaco (da golosa quale sono, devo ammettere che il pasticciotto è uno dei dolci più buoni che abbia mai assaggiato). Noi abbiamo avuto la fortuna di poterli mangiare tutte le mattine, insieme ai biscotti, alle crostate, ai dolci, ai cornetti salati e con crema che la cucina della nostra masseria sfornava caldi a colazione. La ricetta tradizionale del pasticciotto lo prevede ripieno di crema, ma esistono numerose altre varianti (ricotta e pistacchio, cioccolato, crema e Nutella) che ovviamente abbiamo provato nella mitica pasticceria Martinucci, la più rinomata del Salento. Inutile dire che mi sono innamorata di quel luogo, un tempio enorme e luccicante dedicato alla Dea Pasticceria in persona. Ed è inoltre superfluo aggiungere che la mamma, depositaria della più raffinata arte dolciaria, è stata obbligata a ripetere la ricetta una volta tornati a casa.

P. S. Ah, dimenticavo, questa la canzone eletta a colonna sonora della vacanza.