Serate diverse, serate romane – I Quintili

Se pensate di mangiare a I Quintili il sabato sera senza prenotare, preparatevi a trovare il locale pieno con tempi di attesa considerevoli per avere il tavolo.
Se comunque vi decidete a prenotare ma lo fate con poco anticipo, aspettatevi di cenare al turno delle 22, senza possibilità di replica.
Detto questo, prenotate, armatevi di tanta fame e andate, perché ne vale davvero la pena.

Dagli antipasti alla pizza e ai dolci, la qualità del cibo è eccezionale e la proposta adeguatamente innovativa. Intendo che le pizze classiche si trovano sempre, ma un certo spazio è lasciato a gusti ed abbinamenti meno convenzionali. Proprio come piace a me.

Per il “pre-pizza” si può scegliere fra tre categorie: pizza fritta (noi ordiniamo la Sbagliata con rucola, pachino e stracciatella), crocchette (mi permetto di dire extra large) e frittatine di pasta come desidera la tradizione napoletana.

La regina della serata è ovviamente la pizza, la cui scelta è per me già segnata. Dalle recensioni lette prima di recarmi al locale, le mie fantasie erano state solleticate dalla Crocchetina, un cornicione ripieno di ricotta che fa da perimetro ad un condimento di mortadella, pistacchio e crocchette di patate. Una bomba ad orologeria.
L’impasto è strepitoso, leggero, gustoso, saporito, morbido. Gli ingredienti rivelano la loro qualità, e questo si nota sopratutto nell’uso della mortadella che generalmente non amo come insaccato abbinato alla pizza, in quanto tende a rimanere slegato. Invece nella Crocchettina si sposa benissimo con tutto il resto, l’intensità della mozzarella, la delicatezza del pistacchio e quella croccante dolcezza della crocchettina di patate. La ricotta conclude degnamente il boccone lasciando fresco il palato.

I dessert provengono dalla rinomata pasticceria di Minori Sal de Riso e non smentiscono l’eccellenza di tutte le voci del menù. Dal babamisù alla delizia al limone, dalla ricotta e pere al signor babà in persona: il pasto si corona con la dolcezza e i profumi della costiera amalfitana.

Prezzi assolutamente abbordabili e onesti, staff preparato e servizio cordiale, oltre che esperto. Marco Quintili conosce il fatto suo, ci sa fare con i clienti e si rivela un perfetto padrone di casa.

Non c’è elemento che mi distoglierebbe dal tornare (forse il bicchiere dell’acqua un po’ poco maneggevole!), anzi, c’è una curiosità nel provare le altre proposte del locale, che a mio parere è ancora tutto da scoprire.

Serate diverse, serate romane: Apollinare, Dolce e Sacco Bistrot

Mettete un po’ di luci soffuse, un arredamento elegante, dai toni sobri del grigio e del nero, in un ambiento intimo e di classe, ed otterrete la ricetta per ricreare Apollinare, location di recente apertura ai piedi di Palazzo Altemps, a due passi da Piazza Navona.
Il locale nasce come vineria e cocktail bar dell’adiacente Ristorante Il Passetto, ma quando veniamo fatte accomodare da un servizio eccessivamente formale, l’equivoco di essere finiti nel posto sbagliato ci assale.
Ci viene fatta strada verso una sala che è molto raccolta, riservata, volutamente buia e ci viene chiesto se intendiamo cenare. In realtà esprimiamo il desiderio di bere qualcosa e magari accompagnare al calice piccoli stuzzichini. Ci viene subito portato il menù e capiamo che non esiste una proposta diversa per l’aperitivo, ma che le pietanze tra le quali scegliere sono le stesse offerte al ristorante.
Alla fine la nostra bollicina di Franciacorta ben si sposa con i due carpacci che ordiamo, rispettivamente di spada e di polpo, degnamente realizzati e tutto sommato soddisfacenti. Conticino un po’ salato.

Ora chiudete gli occhi, fermatevi un secondo e concentratevi per il teletrasporto. Ci troviamo adesso nel quartiere africano, dove un gruppo ben  nutrito di giocatori di beach volley più o meno improvvisati decide di colmare la propria fame da Dolce, ristorante che ha fatto delle pietanze raccontate nel suo nome la chiave del successo.
Superato l’ingresso arredato con divanetti di pelle in stile locale francese dell’800, si accede al piano superiore mediante una bella scala e ci si siede attorno a tavoli diversi tra loro, in un ambiente curato e un po’ retrò. Con oggetti vintage alle pareti e musica da salotto, l’atmosfera è assai piacevole, sensazione confermata dall’apparecchiatura minimal che, nel nostro caso, esalta il tavolo di vetro spesso attorno al quale ci accomodiamo.
La proposta culinaria spazia dagli antipasti ai primi, dai burger ai sushi rolls, per finire con il trionfo dei dolci che trovano la loro massima espressione nelle cheesecake. Porzioni abbondanti  – fin troppo – giustificano il prezzo elevato dei dessert, così come è da apprezzare la deliziosa doggy bag da pasticceria per riportare a casa il residuo del dolce non terminato – non sono certo tutti allenati come me! Qualità buona, sia per le torte che per le mousse, guarnizioni eccessive così da renderti sazio negli occhi più che nello stomaco. Io, come dico sempre, mangerei dolci anche in testa ad un rognoso, e certo non disdegno la generosità dei piatti, ma al tempo stesso credo che in una piccola pepita di cioccolato possa albergare una delicatezza ed una bontà così intense da far le scarpe ai 50 strati di brownies, biscotto, cialda, cioccolato e- mettiamocelo su! – di cheese.

Per finire vi porto in un locale diventato noto per essere stato il set dell’ultimo film di Paolo Genovese, anche se per la gente di quel rione doveva essere conosciuto già da prima. The Place, autenticamente Sacco Bistrot, si trova in un angolo di Via Gallia e si presenta con quelle vetrate diventate ormai inconfondibili e così vissute. All’interno, tavolini in marmo affiancati ad un bancone dello stesso materiale, luminosità un po’ rossastra e dettagli da fast food americano, lo rendono un locale ricco di calore in diretto contatto con il quartiere. La musica di sottofondo fa sempre piacere, l’affabilità dello staff è assai gradita.
Per la formula aperitivo, c’è il drink (che sia un cocktail, un calice, una bibita, un soft drink) e un buffet illimitato di ottima qualità e di una varietà piuttosto standardizzata: fritti, rustici, frittate, polpettine, fagottini di pasta fillo con formaggio, insalata di riso. Prezzo corretto, un po’ squilibrato il ricarico sulla seconda consumazione del drink, ma direi che come apericena non c’è di che lamentarsi.
Fra tutti e tre è sicuramente il Posto dove tornerei.