Ho visto un luogo che voi umani…

Non è possibile.
Ogni volta che lavoro su questa città, ne rimango stregata, pericolosamente attratta. Un magnete, una calamita dalla quale non riesco a separarmi. Sento un attaccamento morboso, quasi fossi gelosa della gente che cammina tra le sue strade e che respira la sua atmosfera, così sospesa, silente, ipnotica…
Ogni volta che si tratta di verificare il posizionamento di una struttura sulla mappa di Booking.com e ogni volta che questa struttura si trova a Matera, per me è la fine. Non posso fare a meno di passare dalla modalità “Maps” alla modalità “Street” e tuffarmi nell’esplorazione di vie e vicoli che in parte conosco, in parte mi sono ignoti. È così tremendamente affascinante: mi lancio alla scoperta impazzita di questo paradiso perduto, decadente, color sabbia. E mi perdo tra la fragilità del paesaggio che da un momento all’altro sembra poter svanire, essere spazzato via da una folata di vento, esattamente come le dune del deserto che si trasformano in minuscoli granelli in volo nel cielo.
Ogni volta che mi addentro nei Sassi di Matera non posso fare a meno di ricordare i nostri passi per quelle strade, impronte lasciate in una città di polvere e deserto, rumore prodotto nel silenzio assordante di un Canyon che lo fa risuonare.
Non avrei mai immaginato che un luogo potesse causarmi una simile reazione o indurre un simile effetto nel mio animo. Perché non è nostalgia, ma un legame più forte, un attaccamento più intimo che mi farebbe sentir male se venisse a mancare.
Una città che, come dissi la prima volta che la conobbi, non mi è solo rimasta nel cuore, ma mi si è attaccata alla pelle e mi fa venire i brividi se la guardo cristallizzata in una fotografia. E l’immobilità che un’immagine può trasmettere non è nemmeno lontanamente vicina a quella si avverte mentre si è circondati dall’inquietante mutismo dei Sassi.
Mi manca. Mi manca quel fascino decadente, il suo incanto della rovina e la sua storia di lunghi anni di abbandono. Mi manca la magia, il sentirsi dimenticato dal mondo. Perché non è una città di questo mondo: è sicuramente su un altro, lontanissimo pianeta…
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Diario di Viaggio: la prima volta a Matera

Iniziamo il nostro viaggio la mattina del 28 luglio precisamente da piazzale a Conca d’oro, dove carichiamo la prima passeggera che ha risposto al nostro annuncio su BlaBlaCar. Le altre due le incontreremo nelle tappe successive, a Cassino e Benevento. La nostra destinazione finale è Ostuni, denominata la Città Bianca e conosciuta per essere la porta del Salento (anche se qui siamo in Alto Salento). Tuttavia, non possiamo evitare di fare una DSC_0034prolungata sosta a Matera, città dei Sassi e candidata a capitale europea della cultura nel 2019. Nonostante goda ancora di poca risonanza a livello turistico, Matera è qualcosa di veramente spettacolare. Incantevole, affascinante, suggestiva. Detiene quasi una fascino della rovina, decadente, cupo per certi versi. Teresa, che è materana di origine e viaggia con noi da Roma alla Basilicata, ci racconta la storia dei Sassi: abbandonati negli anni ’60, l’era del progresso economico, degli albori del consumismo, in cui vengono considerati dei luoghi in rovina, quasi arcaici, acquisiscono poi negli anni ’80 quel loro fascino macabro ed oscuro che li rende un antro misterioso, rifugio di tossicodipendenti e criminali. È a partire dall’arrivo dell’UNESCO, che decreta la zona patrimonio dell’umanità, che i Sassi vengono anzitutto ripopolati e poi valorizzati, ottenendo così il riscatto che meritano. Durante la visita ai sassi e alle chiese rupestri incastonate nella pietra, ci rendiamo conto che Matera è stata scenario di numerosi film, tra cui pellicole di Pasolini ed il recente The Passion. Non mancano infatti gli itinerari guidati nei luoghi in cui molte scene sono state girate. In effetti i vicoli tra i Sassi, le scale in pietra, il colore della roccia e l’architettura delle case ricordano molto una Gerusalemme o comunque una città del deserto, costruita quasi con la sabbia e pronta ad essere soffiata via dal vento all’improvviso. Aleggia continuamente e ad ogni passo questo senso di fragilità, di evanescenza, di una magia che prima o poi svanirà. A ciò contribuisce forse il fatto che non sono molti i turisti a calpestare le sue strade e che chiunque è portato a mantenere un rispettoso silenzioso mentre sale o scende le numerose scale. E probabilmente proprio per la paura di rovinare, con una parola di troppo, l’incantesimo in cui sembra di essere avvolti. Ma non bisogna nemmeno sottovalutare la posizione di Matera, o almeno della zona dei Sassi. Questi sorgono all’interno di un Canyon di dimensioni e profondità notevoli, cosa che rende il luogo così inaccessibile, come una città fantasma. 
Terminiamo con molto rammarico la visita con la promessa di tornare a vederla di sera, vestita di luci e di tutta un’altra magia. Forse la decisione di dormire una notte all’interno dei Sassi era più che valida, ma i programmi ci portano altrove: dobbiamo raggiungere Ostuni, dove ci tratteremo per cinque giorni e ci vizieremo con un po’ di mare e buon cibo pugliese.
Matera meritava però di essere ben descritta, e non ho comunque colto tutte le sue sfumature. Se mi sono dilungata troppo in quella che della vacanza è stata solo una breve tappa intermedia, è perché ci siamo pentiti di averle dedicato così poco tempo. Spero di essermi rifatta dedicandole un intero post… Nel prossimo, un resoconto della parentesi pugliese.

TO BE CONTINUED…