Contenuto non adatto a Babbo Natale e fans.

PREMESSA: Avrei dovuto pubblicare questo post in un periodo più congruo, ossia settimane fa, ma appena tornata dal viaggio in der Schweiz mi sono sentita premere dalla voglia di raccontarvelo e mostrarvelo, dovendo così rimandare “l’uscita” di articoli più adeguati al momento. Mi spiace scombussolarvi in tal modo, ma la scatola delle bozze sta gridando vendetta e devo liberarla un po’!

Natale è alle porte e fervono preparativi in ogni dove. Senza che stia ad elencarveli, li conoscete da voi: luminarie, addobbi, babbi natale che si arrampicano sulle finestre (ma non era alle porte?!?!), negozi che si sbizzarriscono con le decorazioni.
Ma in tutto questo, la televisione che fine fa?
Ho avuto modo di scoprirlo domenica scorsa, quando il mio studio sui libri è stato interrotto dal volume stratosferico al quale mia sorella tiene i cartoni animati. “Siete pronti ragazzi?” “Sì signor capitano!”. E’ fissata con Spongebob, cosa volete farci… Comunque, ciò che ha catturato la mia attenzione non è stata tanto quella spugnetta gialla con due occhioni celesti, quanto le pubblicità tra un episodio e l’altro.
Non sono cambiate molto da quelle che, anche io, all’età di mia sorella, guardavo estasiata. Barbie monopolizza come sempre lo spaziohttp://static.myluxury.it/myluxury/fotogallery/625X0/5354/babbo-natale.jpg pubblicitario, con tre réclame una dietro l’altra, e le Hot Wheels sono i giocattoli che spopolano tra i maschietti. E che dire di questi bambini che, sugli schermi televisivi, appaiono felici come non mai semplicemente perché tengono in mano una bambola o una macchinina di plastica? Le ragazzine di Barbie tutte rigorosamente bionde e civettuole, i maschietti delle Hot Wheels tutti gasati ed esageratamente agguerriti. Ed ovviamente ognuno di loro con un sorriso a trentadue denti stampato su quel visetto tanto pulito quanto innocente. Ma è tutta innocenza che perdono nel momento in cui sbattono i piedi per terra per ottenere il regalo che si aspettano. “Voglio Barbie vacanze in camper!”, “voglio le Hot Wheels speed racing fire track monster jam drive fast!” e così via con Sbrodolina rigurgiti e ruttini, Ciccio Bello si è fatto la bua, Action Men il più grande degli eroi, Otto il Maialotto che fa il botto. Per non parlare di tutti quei cartoni animati o film che creano un business enorme con i giocattoli per i più piccoli: Il mondo di Patty (superato mi sa, vero?), le Winx, le Principesse, Twilight (che, vista la sua banalità, giusto per un pubblico infantile può essere adatto), Ben 10, Yu – Gi – Oh!, Bakugan (che non sono la stessa cosa poi?!?!), Transformers, i supereroi Marvel (che consentono più livelli di “interpretazione”, riscuotendo successo anche tra fasce d’età più avanzate, me compresa), Star Wars (stesso discorso che vale per la Marvel), Cars, Gormiti
A fine analisi pare che conosca più i giocattoli per maschietti che non quelli per le femminucce, ma vabbè.

Sta di fatto che le modalità di vendita ed i tipi di articoli in commercio non mi sono sembrati così distanti da quelli che ero abituata a vedere “ai miei tempi” (è lecito che io utilizzi tale espressione, giacchè mi trovo a confrontarmi con una generazione di almeno quindici anni più piccola della mia).
Ricordo che, ai miei tempi (okay, la sto abusando però…), stravedevo per queste pubblicità. Erano capaci di tenermi incollata alla TV più di qualsiasi altro cartone animato. Mi imbambolavo dinanzi a loro e ricordo che, specie dopo aver acquistato l’abilità della scrittura, mi mettevo vicino carta e penna in modo da annotarmi tutto quello che avrei desiderato chiedere a Babbo Natale. Sarà ovviamente superfluo dirvi che gli articoli della lista corrispondevano al numero di pubblicità che avevo l’occasione di guardare (finché, cioè, qualcuno mi portava via a forza dalla televisione), ergo: tutti i giocattoli per bambine che venivano pubblicizzati finivano nella mia ipotetica letterina. Con l’aiuto di mamma, poi, depennavo quelli che scoprivo piacermi meno o quelli che erano quasi dei doppioni dei giocattoli che già possedevo, e ridimensionavo così le mie richieste, le quali continuavano comunque a rimanere sostanziose.
http://www.bergamomagazine.com/wp-content/uploads/2012/11/g_img005.jpgRegolarmente, ogni Natale, chiedevo una Bratz, bambola che amavo molto di più della Barbie, forse troppo stereotipata per i miei gusti (ora colgo però una certa volgarità nel volto di quelle Bratz alle quali tanto tenevo). Ricordo che una volta, dopo aver scartato i regali la sera della Vigilia a casa di mamma, non trovai la mia Bratz e mi misi quasi a piangere, tanto che i parenti si sentirono in dovere di tranquillizzarmi, assicurandomi che l’avrei trovata il giorno dopo a casa di papà, dove Babbo Natale aveva avuto l’ordine di lasciarla. Ed in effetti così fu. Il regalo più atteso lo scartai la mattina di Natale e così la giornata prese il verso giusto. Chissà cosa sarebbe successo se non avessi ricevuto la bambola che mi aspettavo ogni 25 di dicembre… Conoscendomi, ci sarei rimasta davvero male e probabilmente avrei replicato la richiesta alla collega del Babbo, la Befana, a discapito della cioccolata che pure ho sempre adorato. Guai, infatti, se il 6 gennaio nessuno mi regala un dolcetto! Ora sono passata dalla Kinder alla Lindt, dalla Ferrero alla Venchi, dalla Milka alla Perugina, dalla Nutella al cacao amaro (senza tralasciare la Novi, la Caffarel, la Sprungli… sì, esatto, le so tutte!), ma la sostanza rimane quella: CIOCCOLATO! Ancora più gradito se realizzato in fatture particolari o con ripieni libidinosi…

Alt, alt, alt. Sono partita dalle réclame dei giocattoli per bambini e sono arrivata a parlare di peccati di gola. Questo è proprio quello che si dice “andare fuori traccia”. Rientriamo entro i binari del discorso. Anche perchè, scusate, il Natale è alle porte, non scende mica dal camino!
Ahi, ahi, ahi… con questo post Babbo Natale mi censurerà! Ma tanto ho la Befana dalla mia parte, olè!