Diario di viaggio: Dublin

I viaggi di gruppo non sono mai stato il mio forte, sopratutto se il gruppo consta di ben quaranta persone.
Ma così erano le regole e così ho giocato. D’altronde non avrei potuto fare altrimenti, né tantomeno pensare di ritirarmi perché si sarebbe trattato di rinunciare alla visita di Google in primis, ma anche di Ebay e Salesforce. Che non sono realtà immaginarie o scenari d’invenzione presenti solo in film come Gli Stagisti, l’ultimo arrivato di quella serie che odora di Silicon Valley e che mi ricorda The Social Nerwork o Steve Jobs.
Ebbene eccoli qua, questi tre giorni a Dubilino nelle sedi delle Big.
Primo giorno, tempo libero. 
Ci accoglie, manco a dirlo, una Dublino innaffiata d’acqua. Sarebbe un errore definire il cielo nuvoloso, visto che delle nuvole non si distingue nemmeno la forma. È semplicemente un velo bianco di una tristezza infinita. Ma anche qui, stringiamo i denti e sotto la pioggia battente ci rechiamo in hotel, moderno ma accogliente, lungo Fleet Street, una delle vie più note del quartiere Temple Bar. Si tratta della zona di vita notturna di IMG_4803Dublino, con pub, locali di musica dal vivo, insegne colorate di verde, rosso ed arancione. Sarà qui che passeremo la serata, prima della quale, però, nonostante la pioggia non esitasse a smettere, decidiamo di fare un giro per la città. Molto spesso siamo tuttavia costretti a rifugiarci nei negozi di Jervis Street o delle vie limitrofe; io personalmente sono dovuta rientrare in hotel per cambiarmi scarpe e calze, troppo zuppe perché potessi resistere.
Ci avviciniamo al monumento vanto dei dubliners, il cosidetto Spillo, una sorta di piramide filiforme a base circolare, e proseguiamo poi lungo le arterie del Creative Quarter che ci riconducono verso il fiume. Un’ultima tappa al Trinity College e siamo di nuovo in albergo, a ristorarci e ripararci dalla pioggia. In serata mangiamo al Quays Irish Pub con cucina tipica irlandese (tipica anche per i costi, diciamocelo) e beviamo una birra a Temple Bar, pub il cui nome riprende la zona dove si trova.


Secondo giorno, Google e Salesforce. 
L’headquarter di Google a Dublino si trova nella zona dei Docks, non troppo distante da Temple Bar. La sede è sicuramente molto bella, ma onestamente mi sento di dire che mi sarei aspettata di più. Abbiamo avuto la fortuna di pranzare alla mensa di Google, con una scelta vastissima di piatti, tra carne, pesce, pietanze fredde, verdure, insalate, dolci, gelatoIMG_4770 e frozen yougurt da comporre con salse e topping a piacimento. L’atmosfera è quella di una mensa universitaria: sono tutti giovanissimi, in abbigliamento casual, colorati, spesso con cuffie alle orecchie o computer tra le mani (alcuni computer, con nostra sorpresa, sono dei Mac!). Ovviamente non manca la palestra, la piscina e la lavanderia interna, che però non siamo riusciti a visitare. Quindi ottima impressione, ma per essere Google speravo in qualcosa di più, che distinguesse la sede rispetto ad un Vodafone Village a Milano per esempio, che pure è bellissimo. Probabilmente, quella che si favoleggia è la sede di Mountain View, dove alcuni dipendenti pare dormano direttamente in ufficio.
Il pomeriggio ci aspetta invece una visita a Salesforce, non conosciuta quanto Google, ma altrettanto affascinante. Non si tratta proprio di un tour, ma piuttosto di un pomeriggio di testimonianze da parte dei molti talenti italiani che lavorano nell’azienda. Il pezzo forte arriva durante il coffee break quando ci vengono spalancate le porte della loro canteen, una sala giochi con area cucina, in cui ogni cassetto nasconde uno snack, dolce o salato che sia, a libera disposizione di ospiti e personale. Ovviamente ci serviamo senza fare i complimenti e prendiamo d’assalto il distributore di caramelle, cereali end arachidi ricoperte di cioccolato.
Ritorniamo in città prendendo un tram che ci lascia a St. Stephen’s Green, dove approfittiamo della bella giornata per fare un giro nel parco, tra laghetti ed aiuole con IMG_4787tulipani rigogliosi. Procediamo poi in direzione Trinity College lungo Crawford Street dove i negozi ci richiamano più volte al loro interno. Sono ormai le otto di sera, ma il sole è ancora alto in cielo. Mi dispiace abbandonare quella che credo sia una delle poche giornate di sole di Dublino, ma il dover preparare la valigia per il giorno dopo e me stessa per la cena mi riporta in camera, che pure è accogliente come la città sotto il cielo limpido.
Per la cena scegliamo il Boxtie a Temple Bar e proseguiamo la serata al Porterhouse, un pub in legno con musica dal vivo, disposto su quattro piani con palco visibile dal secondo in poi.
Terzo giorno, eBay
Una nuova giornata senza pioggia ci aspetta al risveglio, tanto che penso – solo per brevi istanti – di poter iniziare a rivalutare il clima irlandese. Dopo colazione e check out, ci aspettano i taxi per portarci ad Ebay, che, alla stregua di Google, Facebook e tanti altri, haIMG_4805 scelto Dublino come sede principale per il mercato Europa. Anche qui è previsto un tour tra
gli uffici, la visita della palestra ed il caloroso buffet di benvenuto. La mattinata prosegue con una serie di presentazioni e si conclude, almeno da parte mia, con ottime impressioni e soddisfazione personale per usare la piattaforma sia come buyer che come seller.
Lo study tour termina così con un volo Ryanair (e chi altro sennò?!) che ci riporta a Roma la serata di mercoledì.
Purtroppo una notizia non lieta ha reso difficile gli ultimi due giorni, ma ho cercato di prendere il meglio da ogni attimo, dandogli l’importanza che meritava, pur soffrendo per una lontananza da casa che non avrei voluto che ci fosse. Il mondo è così grande che non è possibile tenere sotto controllo ogni cosa. E la vita è così imprevedibile che è impossibile riuscire ad essere pronti a tutto.