Vuoto. 

Ho capito che in certe circostanze l’eternità si misura in attimi.
Attimi che sembrano non finire mai, ma che sono sufficienti per far crollare in un boato le fondamenta di tutta una vita.
Le fondamenta solide, che credevi invincibili. Le mura, quelle quattro mura che sono sempre state un rifugio, un punto di riferimento su cui poter contare.
Il tetto sopra la testa diventa solo un mondo dire. E sotto i piedi, la terra non c’è più.
In certe circostanze l’eternità si trasforma in cumuli di macerie e ciò che rimane sa solo di vuoto.

Ho visto un luogo che voi umani…

Non è possibile.
Ogni volta che lavoro su questa città, ne rimango stregata, pericolosamente attratta. Un magnete, una calamita dalla quale non riesco a separarmi. Sento un attaccamento morboso, quasi fossi gelosa della gente che cammina tra le sue strade e che respira la sua atmosfera, così sospesa, silente, ipnotica…
Ogni volta che si tratta di verificare il posizionamento di una struttura sulla mappa di Booking.com e ogni volta che questa struttura si trova a Matera, per me è la fine. Non posso fare a meno di passare dalla modalità “Maps” alla modalità “Street” e tuffarmi nell’esplorazione di vie e vicoli che in parte conosco, in parte mi sono ignoti. È così tremendamente affascinante: mi lancio alla scoperta impazzita di questo paradiso perduto, decadente, color sabbia. E mi perdo tra la fragilità del paesaggio che da un momento all’altro sembra poter svanire, essere spazzato via da una folata di vento, esattamente come le dune del deserto che si trasformano in minuscoli granelli in volo nel cielo.
Ogni volta che mi addentro nei Sassi di Matera non posso fare a meno di ricordare i nostri passi per quelle strade, impronte lasciate in una città di polvere e deserto, rumore prodotto nel silenzio assordante di un Canyon che lo fa risuonare.
Non avrei mai immaginato che un luogo potesse causarmi una simile reazione o indurre un simile effetto nel mio animo. Perché non è nostalgia, ma un legame più forte, un attaccamento più intimo che mi farebbe sentir male se venisse a mancare.
Una città che, come dissi la prima volta che la conobbi, non mi è solo rimasta nel cuore, ma mi si è attaccata alla pelle e mi fa venire i brividi se la guardo cristallizzata in una fotografia. E l’immobilità che un’immagine può trasmettere non è nemmeno lontanamente vicina a quella si avverte mentre si è circondati dall’inquietante mutismo dei Sassi.
Mi manca. Mi manca quel fascino decadente, il suo incanto della rovina e la sua storia di lunghi anni di abbandono. Mi manca la magia, il sentirsi dimenticato dal mondo. Perché non è una città di questo mondo: è sicuramente su un altro, lontanissimo pianeta…
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