L’insostenibile attesa dei mezzi pubblici.

3.02.14

Esco di casa alle 10.15. Devo stare per le 12 in università e normalmente impiego un’oretta ad arrivarci. Ma oggi voglio partire per tempo: veniamo da due giorni di nubifragi ed allagamenti, quindi non si sa mai cosa aspettarsi, meglio muoversi in anticipo.
Come volevasi dimostrare, arrivo in stazione e trovo il binario pieno. Sono appena le 10.30. Una voce annuncia che “i treni da e per Fara Sabina/Fiumicino aeroporto subiranno ritardi, rallentamenti e cancellazioni a causa di problemi dovuti al maltempo. Ci scusiamo per il disagio”. Sìcertocomeno. E si aspettano che io li perdoni? Mai! Sul tabellone luminoso c’è ancora l’avviso del treno delle 10.15 che porta 5 minuti di ritardo, ma che è evidentemente non è passato vista la folla di pendolari sul binario e visto che il suo annuncio sulla tabella non è ancora stato sostituito dal treno successivo. Evidentemente è stato soppresso. Stessa cosa nell’altra direzione: la voce annuncia un ritardo di 30 minuti per il treno delle 10.45. Ma se devono passare ancora quelli precedenti, perché mi parli del treno delle 10.45? Facile. Perché i precedenti sono stati cancellati.
Rassegnata, abbandono la stazione e opto per una strada alternativa: autobus e poi metro. D’altronde, mentre mi recavo in stazione, ho visto che la linea che mi interessava è passata, dunque confido in suo regolare servizio che non mi riservi sorprese. Certo, aspetta e spera!
Giungo alla fermata. Sono le 10.40. Alle 11.05 ancora non si è visto passare nulla. 25 minuti di attesa per un autobus che fa capolinea a 1 km da casa mia. Il bello è che non c’è ombra di nessun altro mezzo, avessi l’ardore di tentare un percorso alternativo! Niente, il nulla. E fortuna che si tratta di un giorno come tutti gli altri. E quando c’è sciopero? Ho l’impressione che i mezzi circolino più frequentemente in quelle occasioni.
Paradossale, assurdo.
Insostenibile.
30 minuti. E finalmente la vettura si mostra ai miei occhi.