Can’t take my memory off you.

Quando ho incrociato il tuo sguardo, mi sono sentita morire.
Io sapevo chi fossi, ma tu non avevi la minima idea di chi potessi essere io.
Avevo conosciuto il tuo volto, osservato in milioni di foto che mi erano state mostrate.
Avevo immaginato la tua dolcezza, sin dai primi racconti di te.

Quando ho incrociato il tuo sguardo, non ho potuto fare a meno di notare un velo di malcelata tristezza negli occhi.
Ho intravisto della malinconia, un bagliore ormai spento che non riuscivi nemmeno a nascondere, perché non avevi mai imparato a farlo.
Mi è mancata la brillantezza, la vivacità e quella luce argentea che di solito si ritrova negli occhi di un bambino.
La spensieratezza, tipica della tua età, non l’ho percepita nel tuo sguardo.

Quando ti ho guardato negli occhi, mi sei sembrato così docile ed indifeso.
Avrei voluto accarezzarti e passarti la mano tra i capelli, avrei voluto parlarti di più e non sentirmi a disagio di fronte a quell’aria così disorientata che mostravi.
Avrei voluto salutarti, quando sono andata via, ma non ho guardato in faccia nemmeno chi mi aveva aperto la porta.

Quando ti ho osservato negli occhi, ho capito che non avrei mai dovuto spingermi fino a quel punto e ho compreso che non avrei più rimediato.
Avrei voluto sparire, fingere di non essere lì, seduta accanto a te, a consegnarti il presente che hai poi tanto gradito.
Avrei voluto scusarmi, ancora e ancora, per il mio gesto avventato, sconsiderato, esagerato, non ragionato.

Avrei voluto capirti.
Avrei dovuto farlo, fin dal principio.
Ma ormai ho ascoltato la tua voce e ti ho guardato negli occhi.
Mi sono sentita morire.

Finali alternativi: e così non vissero felici e contenti.

Cos’è l’amore?
Non è certo il sentimento che ti fa stare sveglio la notte a pensare costantemente alla persona che hai in testa.
Non è nemmeno il primo pensiero che ti risveglia al mattino e rende più luminosa la tua giornata, come un raggio di sole che timidamente penetra tra i vetri della finestra.
Non è certo l’adrenalina, quel brivido lungo la schiena quando incontri la persona che hai nella testa.
Non è il messaggio di buongiorno o il bacio della buonanotte, non una carezza di affetto o un abbraccio di conforto.
No, non è questo solo questo. O meglio, è in minima parte questo.

È che ci hanno riempito la testa di stronzate, film, canzoni, romanzi sentimentali. Ci hanno propinato immagini idilliche di coppie felici e sorridenti perché lei porta a lui la colazione a letto e lui sorprende lei in ufficio con un mazzo di rose.
Il punto è che confondiamo spesso l’innamoramento con l’amore, due sentimenti così diversi che non si capisce perché siano uno il preludio dell’altro.

L’amore non è il “vissero così felici e contenti”, perché altrimenti questo non sarebbe la conclusione standard delle favole. Favole appunto, storie di fantasia, rappresentazioni infantili e distorte della realtà, dove la morale andrebbe a mio parere rivista daccapo. Come si fa a crescere con la convinzione che l’amore tra il principe e la principessa sia tutto qui? Come si fa ad ignorare cosa succede poi a castello, nella vita che il principe e la principessa conducono regolarmente, giorno dopo giorno, una volta rotto l’incantesimo del bacio che li ha fatti infatuare?
È chiaro, signori, che l’amore è ben altro ed emerge proprio nei momenti in cui il “vissero felici e contenti” è andato a farsi benedire, in cui a tutto si penserebbe fuorché all’amore stesso.
L’amore è spesso dolore, sacrificio, sofferenza e rassegnazione.
L’amore è anche noia, a volte, è abitudine, routine, è sapere di avere dei punti di riferimento pienamente suscettibili di crolli e disorientamenti. Siamo umani, in fondo, pertanto l’errore è parte della nostra natura.
L’amore è comprensione, compassione – nel senso di “patire con” e condividere il dolore con chi soffre al nostro fianco, offrendo anche l’altro fianco, se necessario.
L’amore è una lotta continua, una battaglia ad armi pari, in cui nessuno deve prevalere sull’altro.
Amare è fare delle rinunce, è scendere a compromessi, è venirsi incontro ed accettarsi, anche se non sempre ci si capisce fino in fondo.
Amare è avere e dare fiducia, e non è certo paura, possesso e gelosia.
Amare è un impegno grandissimo, incondizionato e disinteressato che ha bisogno di infinito tempo ed innumerevoli energie per essere correttamente alimentato.

Nei momenti di svago si può inviare il messaggio di buongiorno, quello del “buon pranzo tesoro” o “buonanotte fiorellino”. I fiori, le rose, si comprano anch’essi nel tempo libero, quando l’impegno quotidiano lo permette e quando tutto il resto è apposto e non necessita di ulteriori attenzioni.

Probabilmente ho scritto e pensato delle eresie che non hanno certo la presunzione di voler essere la verità sull’amore, differente in ogni circostanza e presente sotto mille diverse forme.
Credo che nessuno di noi uomini possa realmente percepire il significato profondo dell’amore. La sua vera essenza non ci appartiene e in vita terrena facciamo esperienza di sole minime sfumature.
Cos’è l’amore probabilmente non lo capiremo mai e continueremo a parlare grazie all’esperienza che ci ha fatto conoscere una parte del mondo nelle sembianze della nostra vita, pur consapevoli di ignorare l’immensa grandezza di sentimenti che vanno ben oltre le capacità di un cuore mortale.

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